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Oasi WWF Ghirardi. Successo dell’iniziativa “Fame da lupi”

Sessanta partecipanti impegnati a trovare le tracce del lupo nella Riserva Regionale dei Ghirardi (Parchi del Ducato), in Alta Val Taro, e parlarne, poi, all’agriturismo Il Cielo di Strela, tra una portata e l’altra.   Il primo appuntamento…

Sessanta partecipanti impegnati a trovare le tracce del lupo nella Riserva Regionale dei Ghirardi (Parchi del Ducato), in Alta Val Taro, e parlarne, poi, all’agriturismo Il Cielo di Strela, tra una portata e l’altra.
 
Il primo appuntamento di “Fame da Lupi”, organizzato da Legambiente, WWF, Ada, CAI e Lipu con il sostegno dei Parchi del Ducato e il patrocinio della Provincia di Parma, ha riscosso un buon successo ed è stato premiato da un “regalino” lasciato da un lupo.
 
L’escursione, condotta da Guido Sardella, guida ambientale escursionista e coordinatore WWF della Riserva, si è svolta in un breve percorso nella riserva dei Ghirardi.
Nessun avvistamento di lupo ma molte tracce di animali selvatici con alcuni fortunati che hanno potuto scorgere una lepre che si allontanava di gran fretta. Le spiegazioni di Sardella, su abitudini e movimenti della fauna, dagli ungulati agli insetti, hanno coinvolto i partecipanti così come la scoperta delle prime essenze floreali che spuntano in questo abbrivio primaverile. Fino all’arrivo in uno dei calanchi della riserva dove, poco oltre la pozza utilizzata dai cinghiali per ripulirsi, è stata scovata una “fatta” di un lupo che si era scorpacciato un daino. Pur nella sua prosaicità la scoperta ha destato un’emozione particolare nel gruppo di escursionisti, per la sensazione di trovarsi davvero vicino ai lupi.
 
La biologa Silvia Guglieri, collaboratrice esterna del Centro Referenza Lupo del Parco Regionale Boschi di Carrega, si è poi soffermata sull’alimentazione del lupo, una dieta carnivora incentrata principalmente sugli ungulati (cervidi, cinghiali).
 
L’iniziativa delle associazioni ambientaliste vuole porre l’accento positivo sulla presenza di questo predatore, di cui non bisogna aver paura (casomai è il contrario: il lupo scappa sempre quando avverte la presenza dell’uomo sul territorio) ma che va affrontato con realismo per vivere in un equilibrio rispettoso dell’ambiente.
 
«Abbiamo ricevuto un centinaio di richieste di partecipazione a questa prima uscita – dice Francesco Dradi, presidente di Legambiente Parma – e a molti abbiamo dovuto rispondere che non c’era più posto, cosa che ci è molto dispiaciuta. L’alta affluenza di partecipanti ha dimostrato che il lupo può essere un’attrattiva che valorizza un territorio e può farne beneficiare anche il settore turistico dell’accoglienza e della ristorazione.
Il successo dell’iniziativa fornisce uno spunto interessante per gli attori del territorio montano che adesso sanno con un fondamento di certezza che, per il turismo, si può puntare decisamente anche sul valore naturalistico dell’appennino per attirare visitatori e non farsi blandire solo dalle manifestazioni motoristiche o dal mondo venatorio che, in modi diversi, incidono sul valore ambientale dei luoghi».
 
Il prossimo appuntamento con “Fame da lupi” è per domenica 29 marzo. Sarà coordinata dal CAI di Parma e prevede l’escursione al Monte Segarino (Bedonia) e il pranzo alla Taverna di Cocò, con intervento di Mario Ferraguti su “Il lupo cattivo: favole antiche e leggende metropolitane”. Informazioni e prenotazioni: info@legambienteparma.it.

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