Soddisfazione del WWF Calabria che auspica un forte impegno per il controllo del territorio
L’operazione antibracconaggio condotta dai Carabinieri Forestali nella Sibaritide, che ha portato alla denuncia di quindici cacciatori per l’abbattimento di specie protette, ripropone il gravissimo problema del bracconaggio nella nostra regione.
Ogni anno, puntualmente, si ripetono autentiche incursioni vandaliche di soggetti provenienti dalle regioni del Nord o dalla Toscana che, con la complicità interessata di gente del luogo, non esita a sparare su uccelli di pochi grammi di peso, come Fringuelli, Pispole, persino Cardellini e Pettirossi, tutti protetti dalla legge. Una barbara tradizione che alimenta il mercato illegale della “polenta e osei” di alcune contrade settentrionali e che trova in alcune aree della Calabria, come nel caso di Cassano allo Ionio, il terreno di conquista di questi autentici bruciasiepi.
Ne saranno contenti i fautori regionali del cosiddetto “turismo venatorio”, che equivale alla svendita del nostro patrimonio naturalistico e alle autentiche stragi di animali protetti perpetrate da gente senza scrupoli. Il prolungamento della stagione venatoria fino al 10 febbraio voluto dalla Regione Calabria, la vastità dei territori aperti alla caccia, unitamente alla ormai cronica e vergognosa carenza di vigilanza in materia di tutela della fauna selvatica, non possono che favorire il radicarsi del gravissimo fenomeno del bracconaggio, da sempre volutamente e colpevolmente ignorato dall’Ente Regionale, troppo attento a difendere determinati interessi, piuttosto che il comune patrimonio di natura e di bellezza.
Le Organizzazioni Aggregate del WWF in Calabria, nel congratularsi con i Carabinieri Forestali che hanno portato a termine la vasta operazione di Cassano, auspicano un ulteriore impegno nel controllo del territorio e nella repressione dei reati contro l’ambiente.