Il WWF non è pregiudizialmente contrario all’utilizzo dello spray anti – orso a scopi anti aggressione, sistema che in altri contesti ha dato risultati positivi in termini di accettazione e di senso di sicurezza da parte della popolazione. Il WWF entra così nel recente dibattito che ha visto una raccolta firme per legalizzare il cosiddetto spray anti-orso, stimolando un dibattito soprattutto nelle province di Trento e Sondrio.
Il WWF tuttavia rileva come tutte le situazioni dove lo spray è utilizzato, sia europee sia americane, riguardano densità enormemente superiori di orsi e moltissimi casi di aggressione alle spalle, con vittime. Spesso riguarda anche altre forme di orso.
In Italia esiste inoltre un problema legale che prescinde dal suo utilizzo verso la fauna selvatica.
Tale strumento è legale solo in determinate dosi e tipologia con scopo di antiaggressione. Dosi e tipologia efficaci contro un orso avrebbero caratteristiche al momento in contrasto con la normativa italiana. Il punto è, chiaramente, che in quanto arma potrebbe essere usata impropriamente da chi la detiene.
Certamente non si tratta di un’arma che potrebbero avere tutti, per il semplice fatto di frequentare la montagna.
L’eventuale soluzione dei problemi autorizzativi non prescinde dunque dalla necessità di informazioni, di buone pratiche e di comportamenti adeguati da parte dei frequentatori di certe aree, che resta la prima misura da adottare. Potrebbe eventualmente essere dato in dotazione a chi in montagna lavora, previo corso di formazione.
Un altro punto importante è capire quando usarlo e quando è in corso un’aggressione.
Il suo utilizzo improprio contro un orso in uno stato non aggressivo, può scatenare l’aggressività dell’orso, come è intuibile.
Il WWF infine si chiede con che animali usarlo, perché non il cinghiale (visto che ci sono decine di aggressioni ogni anno) o la vacca (4 aggressioni contro turisti l’anno scorso sulle Alpi) o i cani vaganti (centinaia di aggressione ogni anno, con vittime)?
Il WWF è pertanto disponibile a un confronto che eviti le vie semplicistiche. Gli uffici legali dell’associazione sono a disposizione per studiare la fattibilità di questo strumento e i colleghi che lavorano in Slovenia per un parere su utilizzo e regolamentazione.