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Parco Nazionale dei Sibillini a rischio

Sarebbe imperdonabile se si strumentalizzasse il dramma del sisma dello scorso anno per proporre, in regime emergenziale, progetti e opere incompatibili con la finalità della tutela e valorizzazione sostenibile del patrimonio naturale e paesaggistico di un’area naturale protetta…

Sarebbe imperdonabile se si strumentalizzasse il dramma del sisma dello scorso anno per proporre, in regime emergenziale, progetti e opere incompatibili con la finalità della tutela e valorizzazione sostenibile del patrimonio naturale e paesaggistico di un’area naturale protetta a livello nazionale. Il WWF Italia interviene sulle recenti polemiche nei confronti dell’Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini, accusato da alcuni cittadini di rallentare la ricostruzione, ostacolando il rilancio dell’economia dei territori colpiti dal terremoto.

Sia sul versante umbro che su quello marchigiano del Parco vengono proposti progetti che rispondono a interessi particolari e che non trovano alcuna giustificazione nella gestione dell’emergenza post terremoto. È ormai evidente che alcuni portatori d’interesse locali e qualche associazione di categoria sono intenzionati a utilizzare l’alibi del terremoto per proporre progetti e opere nel territorio del Parco che prima del sisma sarebbero stati impensabili per il loro elevato impatto ambientale.

Il WWF comprende le gravi difficoltà che le comunità locali sono costrette ad affrontare, ma la soluzione non può essere quella di attaccare e delegittimare il Parco Nazionale che oltre ad essere un patrimonio di quelle stesse comunità rappresenta un bene comune di tutti i cittadini. Certamente ci sono stati errori e disagi nella gestione del post terremoto: ma individuare il caprio espiatorio nell’Ente Parco (che, nonostante l’inagibilità della sede, il personale delocalizzato in due sedi provvisorie fuori parco e l’assenza di risorse straordinarie per la gestione dell’emergenza, ha comunque provato a fornire risposte a tutte le richieste di nulla osta pervenute dal territorio) è un’operazione scorretta e pericolosa.

Dopo oltre un anno dal terremoto le proteste dei comitati locali rappresentano un disagio diffuso, comprensibile e in parte giustificato, a cui si dovrebbe rispondere con azioni coerenti con la tutela e valorizzazione del patrimonio naturale del Parco. Risposte che non possono essere date esclusivamente dall’Ente Parco con la gestione delle poche risorse oggi disponibili per la gestione delle attività ordinarie e la gestione dell’emergenza post terremoto.

Proprio per queste ragioni il WWF Italia aveva presentato alle forze politiche una proposta di emendamento al testo della Legge di Stabilità 2018 per uno stanziamento straordinario di fondi ai Parchi Nazionali dei Monti Sibillini e del Gran Sasso-Laga proprio per assicurare un sostegno alla ripresa delle attività di educazione, informazione e fruizione nelle due aree naturali protette a supporto della volontà di rinascita e resistenza delle comunità locali. Un appello che, purtroppo, non è stato ascoltato dal Parlamento.

Due progetti proposti nel territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini dopo il terremoto del 2016, nei due versanti dell’area naturale protetta in Umbria e nelle Marche, sono in particolare all’origine delle polemiche degli ultimi mesi, con attacchi all’operato dell’Ente Parco. Ma non sono gli unici progetti nella gestione del post terremoto che rischiano di compromettere definitivamente l’integrità del patrimonio naturale dell’area naturale protetta.

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