Il WWF lancia un appello alle 48 nazioni riunite da lunedì 14 a Vilamoura, in Portogallo , affinché si fermi in Mediterraneo il sovra sfruttamento del pesce spada, che perdura dagli ultimi 3 decenni, e si adotti un ambizioso piano di recupero per evitare il collasso di questa specie.
Le nazioni che fanno parte dell’ICCAT (International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas), tra cui Stati Uniti e Giappone, oltre all’Unione Europea, decideranno, dal 14 al 21 novembre, sui piani di gestione di alcune tra le specie più importanti per la pesca, tra cui il pesce spada, il tonno rosso e alcune specie di squalo.
Il WWF è seriamente preoccupato dell’attuale situazione e chiede all’ICCAT di fare tutto il possibile per evitare di portare il pesce spada al limite del collasso ed evitare così un secondo caso “tonno rosso”, che giunse ad un passo dall’estinzione commerciale.
“Il futuro del pesce spada in Mediterraneo è seriamente a rischio – sottolinea il WWF – le catture sono diminuite di circa il 50% negli ultimi 20 anni, e troppi giovanili finiscono catturati prima che possano riprodursi e assicurare così la sopravvivenza della specie. Non ci possiamo permettere di ripetere gli stessi errori che hanno portato, nel recente passato, il tonno rosso ad un passo dall’estinzione commerciale”.
La “Stock Spawning Biomass” (SSB), la componente dello stock in grado di riprodursi, è dell’88% più bassa del livello efficace per mantenere lo stock vitale, al contempo lo sforzo di pesca è doppio rispetto a quello che dovrebbe garantire la sopravvivenza della specie. Il 70% delle catture interessa esemplari allo stadio giovanile (da 0 a 3 anni).
“C’è bisogno di un’azione urgente per fermare il declino della specie e chiediamo all’ICCAT di implementare un ambizioso piano di recupero per il pesce spada del Mediterraneo, così da riportare lo sforzo di pesca verso un prelievo sostenibile. Il recupero del pesce spada porterà benefici a molte comunità di pescatori del Mediterraneo, la cui economia dipende proprio da questa specie”.
Il pesce spada è una specie di grande valore per molti paesi del Mediterraneo. Le flotte europee sono responsabili del 75% della cattura totale, con Italia, Spagna e Grecia a farla da padrone. Il WWF rivolge un appello alla Commissione Europea e ai paesi europei che praticano questo tipo di pesca a ridurre in modo significativo la cattura di pesce spada, per consentire allo stock di ricostituirsi.
Per quanto riguarda il tonno rosso (Bluefin tuna) il WWF, pur riconoscendo che la situazione generale è migliorata, si raccomanda di adottare un approccio precauzionale, e di mantenere il corrente piano di recupero anche nel 2017 (23.155 tonnellate).
Il WWF è preoccupato anche per il futuro degli squali, in particolare per la verdesca e lo squalo mako, particolarmente vulnerabili alla pesca eccessiva. Il WWF esorta l’ICCAT a stabilire piani di gestione a lungo termine, che fissino limiti di cattura precauzionali per garantire a queste specie iconiche un futuro nei nostri mari. L’ICCAT deve anche sostenere la politica del “no-shark-finning”, e migliorare il rispetto verso i divieti esistenti che obbligano i pescatori a sbarcare gli squali interi e non privati delle pinne.
Pesca spada sull’orlo del collasso, allarme WWF
Il WWF lancia un appello alle 48 nazioni riunite da lunedì 14 a Vilamoura, in Portogallo , affinché si fermi in Mediterraneo il sovra sfruttamento del pesce spada, che perdura dagli ultimi 3 decenni, e si adotti un…