In questi giorni, e fino alla fine di novembre condizioni meteo permettendo, decine di barche dei pescatori delle marinerie di Anzio e Fiumicino sono all’opera in un’azione dimostrativa per ripulire i fondali marini dal “Marine litter”, i rifiuti abbandonati in mare, vera piaga che sta mettendo a rischio la biodiversità dei mari e degli oceani. Plastica, microplastiche, attrezzi di pesca abbandonati che continuano a “pescare” sul fondo dei mari sono infatti diventati un’emergenza planetaria al pari del cambiamento climatico. Secondo gli ultimi dati ISPRA oltre il 70% dei rifiuti nei nostri mari è depositato nei fondali e di questi il 77% è plastica.
L’iniziativa rientra nel progetto “Recupero e riciclo del marine litter per un economia circolare”, finanziato dalla Regione Lazio con fondi FEAMP e realizzato dal WWF Italia in partenariato con il FLAG Lazio Mare Centro, ed ha visto una fase di coinvolgimento e di sensibilizzazione dei pescatori delle marinerie di Anzio e Fiumicino che hanno aderito volentieri al progetto.
A Fiumicino inoltre l’attività sarà svolta con la collaborazione di COREPLA, già presente con il progetto “Fishing for Litter Lazio”, per la caratterizzazione del rifiuto raccolto dai pescatori e l’eventuale avvio a riciclo degli imballaggi in plastica. In tal modo l’unione dei dati dei due progetti potrà offrire un quadro più esaustivo della condizione dei nostri mari e consentirà un’incisiva attività congiunta di sensibilizzazione rivolta ai pescatori.
Con questo progetto progetto i pescatori potranno anche georeferenziare le rotte sulle quali raccoglieranno i rifiuti grazie ad una speciale APP “Plastica in Rete”, che questo permetterà di mappare i rifiuti presenti nei fondali delle zone di progetto e pianificare successive azioni di intervento.
L’iniziativa si svolge proprio nel momento in cui la Camera ha approvato il disegno di legge che ha posto l’emergenza plastica in mare fra le priorità ambientali di questa legislatura. Grazie a questo testo, che ora deve passare all’esame del Senato, “i rifiuti accidentalmente pescati” in mare potranno essere conferiti a terra, senza che i pescatori o gli altri operatori economici rischino di incorrere in sanzioni, come avviene attualmente, e che rappresenta oggi un forte detrattore perchè i pescatori possano collaborare a “ripulire” i nostri mari.
Il WWF ha proposto alcuni correttivi del testo e auspica che nel corso dell’iter a Palazzo Madama si intervenga, per chiarire definitivamente come i rifiuti accidentalmente pescati, anche in mare, possano essere equiparati ai rifiuti urbani (come già avviene per i rifiuti che vengono rinvenuti sulle spiagge), consentendo di semplificare il loro conferimento a terra.