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pesci d’acqua dolce a rischio

A rischio di estinzione le tinche e il luccio che insieme ad una ventina di specie ittiche di fiumi e laghi italiani non sono assolutamente tutelate dal disegno di legge in discussione al Senato. Eppure si tratta di…

A rischio di estinzione le tinche e il luccio che insieme ad una ventina di specie ittiche di fiumi e laghi italiani non sono assolutamente tutelate dal disegno di legge in discussione al Senato. Eppure si tratta di un patrimonio unico che non si trova un nessuna altra parte nel mondo, come le trote marmorate, il carpione del Garda o la carpa del Fibreno. E’ quanto sostiene il WWF Italia in un’audizione in Commissione agricoltura sul provvedimento con le norme per la
protezione e la conservazione della fauna ittica nelle acque interne, regolamentando anche la pesca e il turismo alieutico sportivo-ricreativo.
“Il provvedimento – ha detto Andrea Agapito Ludovici del Wwf Italia – non tiene assolutamente contro delle due direttive
europee in materia di conservazione della natura, Acque e Habitat; una delle quali elenca una lista di specie ittiche da
tutelare, vietando l’introduzione di specie alloctone cosa che invece ora viene fatto dalle Regioni, che stanno distruggendo le specie autoctone”. Basti pensare ai danni che stanno facendo
pesci predatori come il Siluro del Po, il luccio Perca, i
gamberetti tropicali presenti in diversi fiumi. A oggi, denuncia
il Wwf Italia “non c’e’ alcuna relazione tra le direttive europee
e il provvedimento nazionale, con una confusione di base perche’
la tutela dell’ambiente e’ di competenza dello Stato e non delle
Regioni, inoltre da quanto leggiamo ci sono forti intereressi
dei pescatori ricreativi e sopratutto i garisti”.
La nuova legge, secondo il rappresentante del Wwf, “potrebbe
offrire l’opportunita’ di fare un cambio di passo culturale, in
modo da legare il pescatore ricreativo alla tutela del pesce
autoctono”. Come anche bisognerebbe mettere mano alle
concessioni delle acque interne, coinvolgendo non solo le
associazione dei pescatori ma anche quelle ambientaliste; il Wwf
ad esempio gestisce gia’ una ventina di siti da diverso tempo.

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