Ma la piena sostenibilità si potrebbe raggiungere solo nel 2025.
Il WWF si oppone a questa certificazione.
Il Marine Stewardship Council (MSC) ha accordato oggi la sua prima certificazione di sostenibilità a un’attività di pesca del tonno rosso, allo stesso tempo riconoscendo che per ritornare ai corretti livelli di salute della popolazione dello stock di questa specie, sarà necessario un minimo di cinque anni. Il WWF si oppone a questa certificazione, consapevole che in questo modo si impedirà il pieno recupero di uno dei più preziosi stock ittici al mondo.
Dopo 2 anni di consultazioni e a seguito della presentazione di un’obiezione formale da parte del WWF, il giudice non ha accolto le obiezioni mosse contro la certificazione MSC per il tonno rosso, concessa all’attività di pesca giapponese. Tuttavia, grazie alle testimonianze scientifiche portate da WWF, la certificazione includerà come condizione che l’attività di pesca dimostri entro il 2025 che lo stock abbia raggiunto il livello di sostenibilità [1]. Questo conferma la preoccupazione di WWF per una certificazione prematura che potrebbe mettere a rischio il recupero a lungo perseguito dello stock di tonno rosso.
Giuseppe Di Carlo, Direttore di WWF Mediterranean Marine Initiative, ha commentato l’annuncio affermando: “Una certificazione oggi per un obiettivo di sostenibilità al 2025. Questo non rispecchia gli standard di certificazione rigorosi che ci aspetteremmo vengano applicati nella valutazione di uno degli stock più preziosi degli oceani e che un tempo è stato prelevato dai mari fino a giungere al limite del collasso. La certificazione MSC del tonno rosso è un segnale allarmante di come il risultato sia guidato dalla domanda del settore piuttosto che dalle evidenze scientifiche a sostegno della sostenibilità”.
“Da oggi i consumatori giapponesi avranno il tonno rosso certificato con un marchio MSC che non attesta una reale sostenibilità, e un’altra attività di pesca al tonno rosso francese è sul punto di ricevere la stessa certificazione. In questo modo si sta avviando una tendenza pericolosa che può minacciare la piena ripresa del tonno rosso e la nostra possibilità di ripristinare la salute degli oceani a livello globale entro il 2030 [1].”
Il WWF e altre ONG hanno fornito vasta prova su base scientifica che dimostra che lo stock non è tuttora pescato entro i limiti della sostenibilità. Control Union Pesca, l’organismo accreditato per la valutazione di conformità (CAB – Conformity Assessment Body), non ha applicato le conoscenze scientifiche più all’avanguardia e ha sovrastimato il livello di sostenibilità dello stock di tonno rosso, producendo un conseguente punteggio a supporto della certificazione dell’attività di pesca (Principio 1 della certificazione MSC sullo stato dello stock). In aggiunta, il WWF ha dimostrato una grave mancanza di imparzialità da parte del CAB nei confronti del cliente (l’attività di pesca), che ha condizionato la valutazione. Alla luce di questo preoccupante percorso, il WWF sta ora seguendo con attenzione anche lo svolgimento del processo di certificazione di un’attività di pesca francese del tonno rosso.
Il risultato di questa obiezione conferma la convinzione di lunga data del WWF rispetto alla necessità di riformare lo standard MSC e il suo sistema di garanzia. Dal momento che gli oceani continuano a affrontare pressioni sempre crescenti, MSC deve garantire che il proprio standard rimanga in accordo con la scienza attuale e con le migliori pratiche globali. In particolare, il WWF ha fatto pressione affinché il CAB conducesse un’analisi imparziale e oggettiva, indipendente dai suoi clienti. Il CAB deve impiegare evidenze scientifiche rigorose e conoscenze specifiche per giustificare tutti i punteggi, e laddove ci sia mancanza di dati, deve adottare il principio precauzionale come base per le decisioni. Il caso del tonno rosso dimostra che siamo ben lontani dall’adottare questo approccio. In aggiunta, la procedura di obiezione deve includere la possibilità di una revisione scientifica indipendente dei punteggi decisi dal CAB e, nei casi in cui ci sia una chiara controversia e/o analisi scientifiche in conflitto, devono essere fornite giustificazioni rigorose.
“I consumatori e i commercianti devono poter avere fiducia nel marchio di certificazione MSC. Sfortunatamente, siamo costretti a mettere in discussione l’idoneità del marchio MSC per una sempre crescente lista di attività di pesca, da oggi anche per il tonno rosso”, ha affermato John Tanzer, responsabile Oceani di WWF.
“Abbiamo trascorso due anni impegnati in un processo per rafforzare i meccanismi di garanzia di MSC e aiutare MSC a portare a compimento in modo affidabile e coerente la sua promessa di certificare solo pesce proveniente da stock in salute e ecosistemi marini sani. Siamo molto delusi dal risultato finale. Il WWF non consiglierà ai consumatori l’acquisto di tonno rosso certificato MSC.”
Note:
[1] Il tonno sembra svolgere un ruolo sottovalutato nel mantenimento dell’equilibrio tra zooplancton e fitoplancton che sono alla base della vita negli oceani. Il plancton ha bisogno dell’azoto proveniente dai processi corporei di questi super predatori per costruire le proprie proteine e zuccheri attraverso la fotosintesi, a partire dal carbonio atmosferico e dalla luce solare. Il fitoplancton lega parte di questo carbonio alle proprie cellule e, quando muore, scende sul fondo dell’oceano, un ciclo che svolge un ruolo importante nella regolazione della temperatura dell’oceano e del clima terrestre. Nel Mediterraneo, le sardine e le acciughe che vengono pescate per alimentare il tonno rosso nelle gabbie di ingrasso sono, a loro volta, sovrasfruttate. L’esaurimento di questi stock di prede sta letteralmente provocando la morte per fame della megafauna oceanica che mantiene e sostiene un oceano sano. Leggi di più qui e qui
Maggiori informazioni sullo stato del tonno rosso e della pesca Illegale Non riportata e Non regolamentata: la preoccupazione del WWF per lo stato dello stock di tonno rosso è ulteriormente confermata dalle attività di pesca illegale in corso e dalle irregolarità che si verificano in molti paesi del Mediterraneo. Il WWF sta attualmente seguendo la procedura di infrazione avviata dalla Commissione Europea contro Malta per il trasferimento irregolare di 3.500 tonni regolarmente pescati da pescherecci italiani e francesi e che sono intrappolati nelle gabbie dei rimorchiatori da quasi un anno. Il WWF chiede l’immediata liberazione dei tonni prima che muoiano o vengano contrabbandati. Un ampio commercio illegale di tonno rosso per un valore di oltre 12 milioni di euro all’anno è stato scoperto anche nel 2018 dall’Interpol, un racket che coinvolgeva varie società di pesca e commercianti tra Malta, Spagna e altri paesi dell’UE.