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Quella sui parchi è una riforma insoddisfacente, il WWF lo ribadisce in Audizione al Senato

Oggi audizione del WWF Italia, insieme alle altre associazioni ambientaliste, presso la Commissione Ambiente del Senato sulla riforma della legge quadro sulle aree naturali protette. “Pur riconoscendo alcuni passi migliorativi, peraltro ottenuti solo grazie all’impegno del movimento ambientalista…

Oggi audizione del WWF Italia, insieme alle altre associazioni ambientaliste, presso la Commissione Ambiente del Senato sulla riforma della legge quadro sulle aree naturali protette.
“Pur riconoscendo alcuni passi migliorativi, peraltro ottenuti solo grazie all’impegno del movimento ambientalista che segue l’iter legislativo fin dalla precedente legislatura, la riforma approvata dalla Camera e ora arrivata al Senato in terza lettura continua ad essere largamente insoddisfacente”. Lo dichiara Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia. “Abbiamo evidenziato in Commissione come siamo di fronte ad una “occasione mancata” perché, dopo più 25 anni dalla nascita delle legge quadro sui parchi, ci saremmo aspettati una vera e propria riforma e non una fotografia di quella che è la situazione prodottasi negli anni anche a causa di precedenti modifiche non organiche”.
Per il WWF la legge in discussione fa fare un passo indietro allo Stato nella gestione delle aree protette affidandole sostanzialmente agli enti territoriali, come appare evidente nel caso delle aree marine protette che, gestendo il mare, area demaniale per eccellenza, dovrebbero avere un indirizzo e un controllo quasi diretti da parte dello Stato e che invece vengono affidate ai comuni.
Ma è tutta la governance dei parchi a spostarsi verso gli interessi localistici con le figure di presidenti e direttori che non dovranno avere specifiche competenze in materia ambientale e l’introduzione di portatori di interesse particolari, come agricoltori e pescatori, nei consigli direttivi (introduzione che peraltro segna il sorpasso della componente locale rispetto a quella nazionale).
Ulteriori elementi di preoccupazione evidenziati dal WWF nel corso dell’incontro:
l’aver introdotto royalty “una tantum” su interventi ad alto impatto ambientale, quasi a legittimare che chi paga, può inquinare;
l’ambiguità della norma introdotta per vietare prospezione, ricerca, estrazione e sfruttamento di idrocarburi che però finisce per fare salvi gli insediamenti in essere, ma anche quelli conseguenti e quindi futuri;
pericolosità e inefficacia della la parte sulla gestione faunistica che poteva essere migliorata con piccoli emendamenti, ma che si è voluto lasciare poco chiara solo per rendere più facile l’utilizzo di cacciatori in eventuali piani di abbattimento;
imperdonabile l’aver voluto sacrificare la possibilità di istituire un vero e proprio Parco nazionale del Delta del Po che invece continuerà ad essere amministrativamente separato tra due regioni nonostante l’evidente necessità di tutelare un ecosistema unico che l’UNESCO ha già riconosciuto come tale.
«Il WWF continuerà la sua mobilatazione contro una riforma che peggiora la sitazione dei tesori naturali italiani e che è stata realizzata su misura dei portatori di interesse. Anche se è ormai veramente difficile ipotizzare di migliorare alcune norme che nulla hanno a che fare con la tutela e la valorizzazione della natura delle nostre aree protette, continueremo a chiedere mnodifiche ed emendamenti ad un testo sbagliato», conclude Dante Caserta.

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