L’amministrazione regionale, che dopo anni di ritardi e di ricorsi ai calendari venatori, non ha ancora approvato la perimetrazione e l’istituzione dell’area contigua sul versante laziale del PNALM (Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise), pensa bene di introdurre un articolo che di fatto ammette all’attività venatoria, una volta fissato il carico venatorio di 1 cacciatore ogni 40 ettari, anche i cacciatori non residenti nell’area contigua.
Il WWF non ci sta e alla Regione Lazio ricorda che:
– L’area contigua attende di essere istituita dal 1991, da quando l’art. 32 della Legge n. 394/1991, Legge quadro sulle aree protette, ha previsto la definizione delle aree contigue, dando a esse una notevole importanza nella gestione dei parchi nazionali e in particolare dell’attività venatoria. Quest’ultima, come nell’intento del legislatore, va regolamentata nei territori inseriti nell’area contigua, limitandone l’esercizio ai soli residenti dell’area protetta e dell’area contigua stessa. Questo perché è necessario limitare il numero dei cacciatori in queste “aree-cuscinetto”, che nel PNALM hanno ancora più importanza, essendo territori dove si registra la presenza di numerose specie di interesse conservazionistico.
– Il Tribunale amministrativo del Lazio, con la sentenza n. 8640/2012 ha affermato che l’area contigua, visti i precedenti protocolli firmati tra Regione e Parco, è di fatto istituita per cui devono essere applicati i contenuti dell’art. 32 della Legge n. 394/91.
– Il Consiglio di Stato con l’ordinanza del 14 dicembre 2018 ha sospeso, nella scorsa stagione, l’attività venatoria nelle zone “adiacenti al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise”, nelle aree critiche dei “Monti Ernici” e “Monti del Cicolano” e “nelle zone speciali di conservazione (ZSC) con la presenza dell’Orso bruno marsicano”, riaprendo la discussione sul tema dell’area contigua e dell’attività venatoria nel versante laziale della Zona di Protezione Esterna del PNALM e dando chiare indicazioni in merito.
È dunque arrivato il momento che la Regione prenda in seria considerazione la questione venatoria nel proprio territorio e definisca con chiarezza la perimetrazione e l’istituzione dell’area contigua, dove limitare inoltre le forme di caccia più impattanti, invece di rimandare le decisioni e creare confusione con norme e articoli che vanno in direzione opposta a quanto definito dalle leggi nazionali, aprono il fronte a ulteriori ricorsi e creano conflitto e malcontento nel territorio.
Tutto questo avviene nonostante il WWF, lo scorso 23 luglio, avesse scritto, a firma della Presidente Donatella Bianchi, al Presidente Zingaretti, sollecitando la Regione a istituire finalmente le aree contigue sul versante laziale del PNALM, per non vanificare anni di sforzi di conservazione in favore dell’orso bruno marsicano.