Pubblicato uno studio svolto nell’oasi WWF Gole del Sagittario
Sono stati pubblicati i risultati i risultati di una ricerca svolta all’interno dell’Oasi WWF Gole del Sagittario ad Anversa degli Abruzzi. La ricerca riguarda il Gracchio corallino, il più raro corvide europeo, ed è stata pubblicata dalla Rivista scientifica internazionale “Microchemical Journal” nel numero di marzo 2013.
Lo scopo dello studio è stato il bio-monitoraggio degli inquinanti nell’ambiente e la verifica del potenziale impatto della contaminazione sulla conservazione di specie rare. Lo studio è stato condotto con un metodi non invasivo tratta uno studio condotto con l’uso di metodi non invasivi: sono state utilizzate le penne del Gracchio corallino cadute naturalmente dagli animali durante la muta.
L’articolo, dal titolo “Evaluating contamination in the Red-billed Chough Pyrrhocorax pyrrhocorax through non-invasive sampling”, è stato scritto da Augusto De Sanctis del WWF, Guillermo Blanco del Consejo Superior de Investigaciones Científicas spagnolo, Michela Mariottini, Emiliano Fanello, Cristiana Guerranti, Silvano Focardi e Guido Perra dell’Università di Siena. É possibile scaricare l’abstract e le immagini dello studio.
Il Gracchio corallino è presente nell’Oasi WWF Gole del Sagittario con una delle colonie più importanti d’europa dell’Appennino. Nelle oasi WWF e in generale in tutto l’Appennino abruzzese la specie è oggetto di uno studio multidisciplinare condotto da WWF e dalla Stazione Ornitologica Abruzzese, anche grazie alla collaborazione con università e istituti di ricerca internazionali.
Nel corso della ricerca “abbiamo comparato il livello di alcuni contaminanti tra diverse popolazioni della specie in Italia, penisola iberica e Canarie.”, dichiara il coordinatore delle Oasi abruzzesi del WWF e co-autore della ricerca dichiara Augusto De Sanctis. “Il biomonitoraggio è un settore di ricerca emolto importante, soprattutto se si occupa di specie per la cui conservazione esistono precisi obblighi per gli enti pubblici”.
In generale il livello di contaminazione riscontrato è stato relativamente basso rispetto ad altre specie a rischio. I gracchi corallini infatti vivono in ambienti poco antropizzati, lontano dalle principali fonti di inquinamento. Livelli più alti di contaminazione da sostanze tossiche (bifenili polibromurati) sono stati trovati invece in quegli esemplari che vivono in prossimità delle aree urbane, con infrastrutture viarie o zone industriali.
Inoltre i gracchi corallini nidificanti alle Gole del Sagittario hanno mostrato una contaminazione da Idrocarburi Policiclici Aromatici, probabilmente legata alle emissioni del traffico veicolare che percorre la strada di fondovalle, posta proprio nei pressi della colonia.