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Ridurre il parco della Lessinia significa perdere capitale naturale

Il Parco regionale della Lessinia è una parte significativa del Capitale naturale del nostro Paese e sarebbe semplicemente assurdo che si procedesse alla riduzione del 17% della sua superficie. Il WWF Italia si schiera a fianco delle tantissime…

Il Parco regionale della Lessinia è una parte significativa del Capitale naturale del nostro Paese e sarebbe semplicemente assurdo che si procedesse alla riduzione del 17% della sua superficie. Il WWF Italia si schiera a fianco delle tantissime associazioni e dei comitati locali che ieri hanno manifestato con una marcia con grande partecipazione la contrarietà al progetto di riduzione del perimetro dell’area protetta e rivolge un appello ai consiglieri regionali del Veneto e al Presidente Zaia affinché scelgano di stare dalla parte giusta: scelgano, cioè, di essere veramente a fianco di quelle popolazioni che giustamente dicono di voler aiutare e lo facciano offrendo loro un futuro sostenibile.

Il Parco della Lessinia protegge ambienti di grande valore naturalistico tanto da avere al suo interno siti di interesse comunitario e zone di protezione speciale della Rete Natura 2000, individuati dalla Regione e dallo Stato, ed a cui l’Unione Europea affida la conservazione della biodiversità del nostro continente.

Quest’anno peraltro si celebrano i 30 anni dall’istituzione del Parco ed è veramente paradossale che si decida di festeggiare questo importante traguardo, tagliandolo! Grazie all’area naturale protetta, in tre decenni il patrimonio vegetale e animale ha potuto riprendersi: cervi, camosci, caprioli, marmotte e aquile sono tornati ad abitare questi luoghi mentre i boschi di faggio hanno seguito la loro vita naturale perché sottratti al taglio. Persino il lupo è tornato a vivere in questo sito a dimostrazione di un ricreato equilibrio naturale fatto di prede e predatori.

Nel 2020, a quasi cento anni dall’istituzione dei primi parchi italiani (Parco Nazionale del Gran Paradiso e Parco Nazionale d’Abruzzo), nessuno può negare il valore delle aree naturali protette. Tutelando i fiumi e i boschi come fanno parchi e riserve si assicurano servizi ecosistemici quali aria pulita, acqua sana, prevenzione da frane e alluvioni: tutti servizi indispensabili per qualsiasi tipo di attività, anche economica. Non può esistere una vita sana senza un ambiente sano. E non vi è nessun tipo di economia duratura che si basi sulla distruzione delle risorse naturali. Voler buttare quanto realizzato negli ultimi 30 anni nel Parco regionale della Lessinia solo per dare ai cacciatori la possibilità di esercitare la loro attività in una delle poche aree del territorio veneto fino ad oggi destinate alla conservazione della natura è una scelta davvero priva di senso. L’Italia ha bisogno, al contrario, di più tutela: e il Veneto, che ha una percentuale di aree naturali protette al di sotto della media italiana, non fa eccezione. Abbiamo bisogno di nuovi parchi e riserve, di corridoi ecologici che li colleghino, di grandi opere di rinaturalizzazione.

Ridurre un’area naturale protetta, al di là del danno che si fa nel sito particolare, vuol dire non aver colto minimamente il valore che la biodiversità rappresenta per tutti noi e quanto l’uomo dipenda da questa.

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