E’ l’appello rivolto da 13 associazioni al Ministro delle Politiche agricole, Alimentari e Forestali, Mario Catania, in occasione dell’ incontro che si è svolto oggi a Roma mentre a Bruxelles la Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo vota la riforma della PAC
Il negoziato sul bilancio europeo e il processo di riforma della PAC sono in pieno svolgimento e restano ancora da definire molti aspetti sostanziali dei futuri regolamenti comunitari per l’utilizzo delle risorse assegnate all’agricoltura, il 34% del bilancio complessivo della UE. L’agricoltura italiana rischia di perdere complessivamente 4,5 miliardi di euro, dei quali oltre 2,5 miliardi di aiuti diretti agli agricoltori (-8,9%) e 2 miliardi per lo sviluppo rurale (-18,7%). La perdita di risorse per l’Italia sul primo pilastro è stata compensata in parte nella trattativa sul bilancio con un aumento di 1 miliardo di euro per lo sviluppo rurale e nel compromesso raggiunto sugli emendamenti che saranno votati il prossimo 23 e 24 gennaio dalla Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo dove è prevista una flessibilità tra i due pilastri da parte degli Stati membri (fino al 15% dal primo al secondo pilastro e fino al 10% dal secondo al primo pilastro).
“Per salvare la riforma della Politica Agricola Comune dell’Unione Europea servono scelte politiche chiare, orientate all’utilizzo di risorse pubbliche per obiettivi di interesse generale come la salvaguardia dell’ambiente, la creazione di nuova occupazione per i giovani e la permanenza degli agricoltori nel territorio” ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini a nome delle 13 Associazioni che riuniscono ambientalisti, mondo scientifico, agricoltori biologici e biodinamici che hanno incontrato questa mattina Mario Catania, Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, e presentato il documento “PAC 2014 – 2020: per un’agricoltura in grado di riconciliare Economia ed Ecologia”.
Le 13 Associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica e biodinamica hanno presentato le loro richieste specifiche sulla riforma della PAC al Ministro Catania, in vista del voto della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo il prossimo 23-24 gennaio e la riunione del Consiglio Europeo sul bilancio il 7 e 8 febbraio prossimi. La riforma della PAC sarà successivamente votato nella sessione plenaria del Parlamento europeo dal 11 al 14 marzo.
Positive alcune risposte alle richieste del tavolo delle Associazioni. Per il Ministro Catania Il secondo pilastro è la politica del futuro per l’agricoltura e il governo è orientato a rafforzarne la dotazione finanziaria senza applicare la modulazione inversa sui fondi comunitari ottenuti dal nostro paese e inoltre Il biologico è parte fondamentale del nostro sistema di qualità e le scelte del secondo pilastro ne dovranno tenere conto. Restano invece aperti alcuni punti relativi al greening sui quali permangono valutazioni diverse.
Per Associazione italiana Agricoltura Biologica, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, FAI-Fondo Ambiente Italiano, Federbio-Unione Nazionale Produttori Biologici e Biodinamici, Fondazione italiana per la ricerca in agricoltura biologica e biodinamica, Italia Nostra, Legambiente, LIPU-Birdlife Italia, Pro Natura, Slow Food, Societa’ Italiana Ecologia del Paesaggio, Touring Club Italiano, WWF Italia, finora gli aiuti distribuiti alle imprese agricole dall’Unione Europea attraverso la propria Politica Agricola Comune (PAC) hanno favorito produzioni intensive ad alto impatto ambientale senza garantirne la loro sostenibilità economica. La maggior parte dei fondi comunitari sono arrivati alle aziende di grandi dimensioni, monoculturali, che producono merci indifferenziate ma che realizzano un reddito netto più basso, e non a quelle che reggono meglio l’impatto della crisi, ossia le aziende diversificate, multifunzionali, che realizzano attività innovative per la costruzione di un modello di produzione e consumo basato sulla sostenibilità ambientale.
Il pericolo evidenziato dalle 13 Associazioni è che nlla votazione in Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo prevalgano ancora una volta gli interessi delle grandi aziende agricole che hanno lavorato in questi mesi per contrastare i provvedimenti in grado di rendere più “verde” la PAC, facendo prevalere ancora una volta gli interessi dell’agricoltura intensiva e industriale.
In assenza di decisioni chiare e coerenti per una autentica riforma si rischia la definitiva delegittimazione della PAC, che in un lasso di tempo più o meno breve potrebbe scomparire a causa della miope difesa di singoli interessi corporativi invece di puntare in modo deciso ad una nuova agricoltura in grado di produrre beni pubblici nell’interesse dell’intera collettività.
Sul primo pilastro della PAC, le Associazioni hanno sottolineano come gli emendamenti in votazione di fatto snaturano i contenuti ambientali della riforma e rappresentano un passo indietro rispetto alla proposta elaborata dalla Commissione nel novembre 2011. A rischio è in particolare l’efficacia del greening (la componente verde del primo pilastro che riconosce un pagamento aggiuntivo del 30% al contributo diretto concesso alle aziende agricole). Nel greening la Commissione UE aveva deciso di riconoscere automaticamente solo l’agricoltura biologica, gli emendamenti in votazione prevedono di estendere lo stesso principio ad altri sistemi di certificazione, pratiche agricole specifiche o regimi agroambientali. Verrebbero in questo modo premiate allo stesso modo aziende che praticano l’agricoltura biologica, senza l’uso della chimica, con aziende che praticano la lotta integrata (l’agricoltura che riduce ma non elimina l’uso dei pesticidi).
Per quanto riguarda il secondo pilastro della PAC, vero strumento per il futuro dell’agricoltura e delle zone rurali, le Associazioni hanno chiesto al Ministro Catania che il Governo italiano sostenga con convinzione il suo rafforzamento, attraverso un deciso aumento delle risorse a disposizione ed escludendo la possibilità di trasferire fondi al primo pilastro. Da evitare anche il sostegno per misure riguardanti il sistema assicurativo e le misure relative alle Organizzazioni Comuni di Mercato (OCM), misure da trasferire nel primo pilastro, e il doppio pagamento delle misure agroambientali. Inoltre, per le 13 Associazioni, è necessario prevedere una percentuale adeguata del budget (minimo il 50%) destinato allo Sviluppo Rurale per le misure ambientali, applicando un tasso di cofinanziamento più alto, ed allargare le misure innovative a sostegno della diversificazione e della multifunzionalità.