Da 25 Paesi, oltre 150 organizzazioni appartenenti a svariati ambiti della società civile quali associazioni ambientaliste, reti di giustizia sociale, agricoltori biologici, pastori, movimenti contadini, operatori forestali sostenibili, gruppi per la tutela della salute, organizzazioni per il benessere animale, associazioni di consumatori, partnership economiche e del commercio equo e solidale, organizzazioni a tutela del patrimonio culturale e per uno sviluppo rurale sostenibile, cooperative di consumatori, associazioni per il turismo sostenibile e l’artigianato hanno chiesto oggi ai Ministri europei all’agricoltura di realizzare una riforma radicale della Politica Agricola Comune dell’Unione Europea (PAC).
La richiesta viene avanzata in occasione del Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura che si incontrano oggi a Bruxelles per discutere della prossima riforma della PAC , in vista della revisione di medio termine della programmazione 2014 – 2020, alla luce della consultazione pubblica avviata dalla Commissione Europea sul futuro della sua politica agricola.
Le organizzazioni (19 quelle italiane che hanno al momento aderito) hanno sottoscritto una dichiarazione comune intitolata “Buon cibo, buona agricoltura – Ora!” nella quale si afferma come “la PAC sia profondamente sbagliata perché ha finito per portare la maggior parte dei vantaggi economici a una minoranza di agricoltori, spesso di grandi dimensioni e fortemente intensivi, a scapito della maggioranza degli operatori agricoli più sostenibili e, di conseguenza, delle persone e dell’intero pianeta”. Una riforma radicale della PAC è urgente al fine di avviare una transizione verso un sistema agro-alimentare che sostenga economie eque e diversificate, sia sostenuto da alternative valide come l’agricoltura biologica e agro-ecologica, rispetti l’ambiente e il benessere animale, migliori la salute dei cittadini e sia trasparente.
Perché la PAC attuale è sbagliata
• Le aziende agricole stanno scomparendo a un ritmo allarmante: 1 azienda agricola su 4 è scomparsa tra il 2003 e il 2013
• Globalmente, più del 90% delle varietà di piante coltivate sono scomparse dai campi e il 75% del cibo mondiale si ottiene da solo 12 specie di piante e 5 di animali (FAO, 2004: Building on Gender, Agrobiodiversity and Local Knowledge).
• L’impronta ecologica del cibo dell’UE ammonta a 269 milioni di ettari (il 40% dei quali fuori dai confine dell’Unione), un’area pari a circa quella della Francia e dell’Italia messe insieme (German Federal Environment Agency).
• Il 20% del cibo prodotto nell’UE (88 milioni di tonnellate) viene sprecato ogni anno, mentre 43 milioni di cittadini europei (8,5%) non possono permettersi, a giorni alterni, un pasto di qualità;
• L’uso elevato di antibiotici negli allevamenti contribuisce alla diffusione delle resistenze agli antibiotici, ciò potrebbe causare una crisi globale con la morte di oltre 10 milioni di persone all’anno entro il 2050 – Leggi qui
• Nel 2014, quasi 400.000 tonnellate di pesticidi (principi attivi) sono state vendute nell’UE, mostrando un aumento in confronto ai tre anni precedenti (leggi su Eurostat).
• L’agricoltura attualmente contribuisce con il 10% alle emissioni di gas serra dell’UE
• Le emissioni prodotte dagli allevamenti, come l’ammoniaca, contribuiscono in maniera significativa all’inquinamento dell’aria che è responsabile di oltre 400.000 morti all’anno nella UE (dati dell’European Environment Agency).
Hanno aderito ad oggi le seguenti Associazioni italiane: LIPU-BIRDLIFE ITALIA – WWF ITALIA – LEGAMBIENTE – FAI FONDO AMBIENTE ITALIANO – FEDERAZIONE PRO NATURA – GREENPEACE – FEDERBIO – AIAB ASSOCIAZIONE ITALIANA AGRICOLTURA BIOLOGICA – ASSOCIAZIONE PER L’AGRICOLTURA BIODINAMICA – FIRAB – SLOW FOOD ITALIA – ISDE Medici per l’Ambiente – COMPASSION IN WORLD FARMING ITALY – CONSORZIO DELLA QUARANTINA – PAN ITALIA Pesticide Action Network – TERRA NUOVA – UNAAPI UNIONE NAZIONALE ASSOCIAZIONI APICOLTORI ITALIANI – SOLETERRE ONLUS – DEAFAL ONG.