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Santuario Pelagos, la sua tutela ancora in alto mare

L’incontro Internazionale in corso a Livorno potrebbe diventare un punto di svolta per il Santuario Pelagos, l’area istituita a difesa dei cetacei secondo un accordo  firmato da Italia, Francia e Principato di Monaco nel 1999 ma ancora, purtroppo,…

L’incontro Internazionale in corso a Livorno potrebbe diventare un punto di svolta per il Santuario Pelagos, l’area istituita a difesa dei cetacei secondo un accordo  firmato da Italia, Francia e Principato di Monaco nel 1999 ma ancora, purtroppo, sulla carta.

Si sono riuniti, infatti,  presso il Museo di Storia naturale del Mediterraneo, dopo 16 anni dalla sua istituzione, i comuni aderenti alla Carta di Parternariato Pelagos. Un’occasione speciale che vedrà anche il WWF presente insieme alle altre Ong italiane, monegasche e francesi. Oggi dunque nella città situata alle porte del Santuario qualcosa si potrebbe muovere: insieme ai comuni vi saranno istituzioni, tra cui il Ministero dell’Ambiente italiano, i rappresentanti dei governi francesi e monegaschi, la Guardia costiera italiana, ricercatori.

In quest’occasione il WWF presenterà i risultati di un’attenta analisi sullo stato di salute del santuario e le proposte per rendere efficace la sua gestione. Tra i punti deboli evidenziati nel documento, il fatto che lo stesso accordo ha istituito un’area giuridicamente debole e non riconosciuta nei paesi firmatari come reale area marina protetta. Per questo non esiste ancora un Ente gestore vero e proprio. Esiste un Segretariato Permanente ma non possiede responsabilità chiare, né i mezzi finanziari per garantire uno stato di conservazione favorevole.

Tra le richieste del WWF, quella di ottenere una governance efficace ed estesa con un piano di gestione rivisto e più operativo; la definizione di obiettivi precisi da raggiungere sui temi più caldi come inquinamento, traffico marittimo con l’obiettivo di limitare o eliminare i rischi di collisioni tra navi e balenottere nell’area del Santuario e in quelle limitrofe. Uno degli strumenti indicati è, ad esempio, la creazione di un network delle aree marine protette già presenti nei tre paesi.  Inoltre l’aumento delle risorse disponibili, umane ed economiche (attualmente 8 centesimi di euro per ettaro rispetto a un budget medio di 10-100 euro al km2 solitamente disponibile per le aree protette).

L’area dell’accordo Pelagos è l’habitat principale delle balenottere comuni (il più grande mammifero del Mediterraneo e il secondo al mondo) dei capodogli, di delfini e stenelle. Insieme ad altre 16 associazioni il WWF aveva già lanciato un appello lo scorso marzo chiedendo di consolidare la collaborazione tra gli Stati  firmatari (Italia, Francia e Principato di Monaco) rispettando l’impegno internazionale affinchè Pelagos diventi un esempio internazionale di conservazione di biodiversità marina.

Oggi poco più dell’1% dell’intero Mar Mediterraneo è sotto protezione e il Santuario Pelagos farebbe salire al 5% la percentuale protetta del Mediterraneo se godesse della necessaria tutela. E’ questo l’obiettivo della campagna MEdiTErraneo che vedrà il WWF e la Marina Militare Italiana coinvolte in una crociera di sensibilizzazione a bordo della nave Palinuro lungo le coste italiane e che salperà lunedì 15 giugno dal porto di Venezia.
 

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