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Sei cacciatori denunciati in provincia di Brescia

Nell’anno delle modifiche alla Legge regionale lombarda definite dal mondo ambientalista “ammazza vigilanza e salva bracconieri” non ci si poteva che aspettare che una recrudescenza del bracconaggio e il totale disprezzo delle regole da parte di alcuni cacciatori…

Nell’anno delle modifiche alla Legge regionale lombarda definite dal mondo ambientalista “ammazza vigilanza e salva bracconieri” non ci si poteva che aspettare che una recrudescenza del bracconaggio e il totale disprezzo delle regole da parte di alcuni cacciatori che hanno usufruito delle giornate di preapertura, deroga prevista nella sola Provincia di Brescia.
La migrazione degli uccelli verso i quartieri di svernamento invernali aveva già trovato nel mese di agosto (a caccia chiusa) bracconieri pronti con trappole e fucili: numerosissime le segnalazioni giunte al CABS e al WWF. Immediata la risposta dei Carabinieri forestali che a seguito dei sopralluoghi svolti dagli attivisti ha denunciato quattro cacciatori: in Val  Camonica un cacciatore utilizzava un fucile ad aria compressa per abbattere le balie, un secondo a Collio Val Trompia aveva posizionato trappole metalliche per la cattura di piccoli uccelli protetti e per finire sul Monte Maddalena due cacciatori sparavano a specie protette. 
Tutte attività svolte, va sottolineato a caccia chiusa da persone provviste di Licenza di caccia; addirittura uno dei denunciati ex dirigente di un’associazione venatoria, già denunciato per abbattimento di specie protette lo scorso autunno.
Nel Comune di Rovato un cacciatore, più volte denunciato negli anni passati, svolgeva l’attività di bracconaggio da un capanno abusivo a poche decine di metri da Strada provinciale ed è stato ripreso per quasi un’ora dagli attivisti CABS mentre nel mese di agosto con un richiamo acustico vietato abbatteva prispoloni (specie protette).

Giovedì 2 settembre prima giornata di preapertura nella Provincia di Brescia le Guardie Venatorie WWF hanno sorpreso nel Comune di Rovato due cacciatori che, utilizzando richiami acustici vietati, sparavano ai prispoloni. L’intervento della Polizia provinciale ha portato al sequestro delle armi, della fauna abbattuta e dei richiami vietati.
Domenica 6 settembre nel Comune di Nave da un capanno proveniva il richiamo acustico di prispolone e gli attivisti del CABS potevano assistere all’abbattimento di decine di prispoloni e balie nere (specie particolarmente protette), i cacciatori tuttavia riuscivano ad occultare gli animali uccisi poco prima dell’arrivo dei Carabinieri forestali.
“Come si poteva immaginare la preapertura in Provincia di Brescia, consentita solo per i corvidi, in realtà è stata abbondantemente sfruttata per abbattere specie protette che migrano in questo periodo (prispoloni e balie nere)” afferma Antonio Delle Monache Coordinatore Guardie WWF Lombardia “i cacciatori utilizzano soprattutto fucili di piccolo calibro e munizioni silenziate per non essere individuati. Tuttavia l’utilizzo dei richiami acustici vietati ci ha permesso di fermare la mattanza”
Nel mese di maggio la Regione Lombardia ha introdotto l’obbligo per le Guardie venatorie volontarie di usare abbigliamento ad alta visibilità nell’attività di vigilanza venatoria, fatta salva l’attività antibracconaggio coordinata da Polizia provinciale e dall’arma dei Carabinieri, distinzione priva di senso e che aprirà un contenzioso continuo.
“Vestiti di verde o da “pagliacci” continueremo la nostra attività in difesa del popolo migratore” sostiene Filippo Bamberghi Coordinatore Guardie WWF Milano “iniziative del genere che aiutano il bracconaggio dimostrano solo l’arretratezza di una larga parte del mondo venatorio italiano”

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