A fare paura sono soprattutto il surriscaldamento globale e l’emergenza rifiuti, ma è forte anche la preoccupazione per l’inquinamento di ara e acqua, con un timore sempre più forte verso il terribile nemico dei mari: la plastica.
Sono lampanti i risultati dell’indagine pubblicata oggi dall’istituto di ricerca SWG, che ha chiesto a un campione rappresentativo nazionale di 2mila maggiorenni di indicare quanto concordassero con l’affermazione “La situazione ambientale del luogo in cui vivo mi preoccupa sempre di più”. E dimostrano una importante consapevolezza.
L’81% degli intervistati è sempre più preoccupato per la situazione ambientale, un dato in netta crescita rispetto allo scorso anno, quando solo il 71% mostrava la stessa preoccupazione, mentre dal 2011 al 2016 la percentuale dei soggetti preoccupati per l’ambiente oscillava sempre fra il 67-69%.
Ogni intervistato, poi, ha indicato i quattro problemi legati all’ambiente che pensa vadano affrontati con maggiore urgenza. Al primo posto fra le urgenze, ci sono il surriscaldamento globale, la gestione e lo smaltimento dei rifiuti, indicati dal 42% dei soggetti sottoposti all’indagine, di seguito serve agire per risolvere l’inquinamento delle acque (lo dice il 36% del campione) e su quello dell’aria, problema su cui si deve intervenire subito per il 32% degli intervistati.
È alta anche la percentuale di chi si preoccupa per l’aumento della plastica, sostanza che sta trasformando il mare in una vera e propria trappola per la biodiversità marina, ma anche per l’uomo, e su cui il 30% dei partecipanti all’indagine SWG chiede un’azione urgente.
La plastica rappresenta il 95% dei rifiuti in mare aperto, sui fondali e sulle spiagge del Mediterraneo e proviene principalmente da Turchia e Spagna, seguite da Italia, Egitto e Francia. Secondo quanto riportato nel report WWF “Mediterraneo in trappola”, dei 27 milioni di tonnellate di rifiuti plastici prodotti ogni anno in Europa, solo un terzo è riciclato, mentre la metà in paesi come l’Italia, la Francia e la Spagna finisce ancora in discarica. È infatti ferma al 6% la domanda di plastica riciclata del mercato europeo.
La maggior parte degli intervistati riconosce nei cittadini i soggetti che dovrebbero fare di più per tutelare l’ambiente, insieme alle multinazionali e ai governi, che –sempre secondo l’indagine- insieme a governi e multinazionali sono anche i maggiori responsabili dell’attuale inquinamento.