In transito la notte del 31 ottobre nell’aeroporto di Johannesburg, in attesa per il volo verso Hanoi, due trafficanti vietnamiti, provenienti dal confinante Mozambico, sono stati arrestati dalle autorità sudafricane con un bottino illegale di ben 41 chili di corni di rinoceronte, il più grosso sequestro finora compiuto in quel paese.
La polizia sospetta che i corni provengano da animali uccisi nei parchi sudafricani: i due uomini appariranno davanti ai giudici questa mattina e le autorità sudafricane hanno dichiarato di voler risalire ad ogni possibile traccia per poter svelare un’eventuale associazione a delinquere internazionale.
La notizia è comparsa sabato scorso sulla stampa internazionale e viene rilanciata oggi dal WWF che commenta questo episodio come “simbolico” di un commercio illegale che sta portando al collasso moltissime specie protette. Solo in Sud Africa c’è stata una vera e propria escalation di uccisioni di rinoceronte, dai 13 esemplari uccisi dai bracconieri nel 2007 si è saliti ai 1.004 del 2013, circa 3 rinoceronti al giorno.
Il corno del rinoceronte è arrivato a valere 66.000 dollari al Kg ed è richiesto soprattutto dal mercato asiatico, grazie alla recrudescenza della domanda in Vietnam, per ricavarne rimedi tradizionali di dubbia efficacia e oggetti ‘cult’ per le nuove classi sociali emergenti.
“Il rinoceronte è uno dei ‘simboli’ più significativi dei lucrosi affari che in ogni angolo del mondo si fanno ai danni della natura – ha dichiarato Isabella Pratesi, Direttore Conservazione Internazionale del WWF Italia – Alcuni prodotti derivati dalle specie carismatiche e più rappresentative della nostra biodiversità a serio rischio di estinzione, come elefanti, rinoceronti, tigri, valgono più dell’oro o del platino o della droga. Con la nostra Campagna Crimini di Natura stiamo portando alla luce quasi quotidianamente questi episodi: per sconfiggere il bracconaggio di specie protette occorre il sostegno di tutti perché il controllo sul territorio è difficilissimo e spesso si confronta con realtà drammatiche e in teatri di guerre e conflitti che impoveriscono ulteriormente le popolazioni locali”.