Una stretta vigorosa al commercio illegale di specie protette quella data dagli oltre 180 paesi che hanno partecipato alla 17ma Conferenza CITES (Conferenza delle Parti) conclusasi oggi a Johannesburg. Il mondo ha dunque votato per mantenere il divieto internazionale sul commercio di corno di rinoceronte e sull’avorio, per adottare divieti a livello mondiale sul commercio di pangolini e pappagallo cenerino. La Conferenza ha inoltre imposto norme rigorose sul commercio di alcune specie di squali più a rischio, come lo squalo seta, lo squalo volpe o la manta, e su tutte le specie di alberi di palissandro.
Inoltre, grazie al WWF sono stati inseriti negli allegati della convenzione sul commercio delle specie protette i Nautili (resi famosi da Jules Verne grazie al Nautilus), meravigliosi organismi marini antichissimi (comparsi sulla faccia della terra circa 500 milioni di anni fa) e purtroppo minacciate dalla pesca illegale e dal commercio per l’utilizzo della conchiglia come souvenir e soprammobile.
Il commercio di specie protette è insostenibile e mette in pericolo la fauna selvatica in tutto il mondo: in questi giorni i governi che hanno partecipato al meeting hanno unito i loro sforzi prendendo una serie di decisioni difficili per garantire una maggiore protezione per molte specie minacciate e per rafforzare l’impegno contro l’impennata del bracconaggio e del traffico di fauna selvatica.
E’ stato il più grande incontro che si sia mai tenuto su questo tema: “Gran parte della fauna selvatica del mondo è minacciata dal bracconaggio e dal commercio insostenibile. I governi dovevano agire con coraggio qui a Johannesburg e lo hanno fatto. Questa conferenza può essere vista come un grande successo per la conservazione della fauna selvatica “, ha detto Isabella Pratesi, direttore conservazione del WWF Italia – “Il mondo si è unito anche per sostenere le misure di attuazione e di applicazione al fine di garantire che i regolamenti commerciali non restino sulla carta”.
In un numero record di punti all’ordine del giorno, i delegati hanno concordato una serie di passi importanti per far crescere una risposta globale al commercio illegale di fauna selvatica. Ad esempio, sostenendo la chiusura di quei mercati nazionali di avorio che stanno contribuendo al commercio illegale, i paesi hanno appoggiato il processo guidato dalla CITES sul Piano d’azione Nazionale dell’Avorio Nazionale (NIAP), che identifica i paesi più critici nella catena del commercio illegale di questo prodotto; si tratta di un processo cruciale per fermare questo mercato nero. La CITES ha anche intimato a Vietnam e Mozambico di fermare entro un anno il commercio illegale di corno di rinoceronte, pena l’avvio di sanzioni.
Altrettanto importante il tema della tracciabilità: i paesi hanno adottato miglioramenti nei meccanismi che consentono di risalire all’origine del commercio di specie particolarmente interessate dalla pesca, come squali e razze, e hanno rafforzato le regole relative agli allevamenti di tigre e al commercio di animali allevati in cattività, una misura che aiuterà a prevenire il ‘riciclaggio’ di animali provenienti dalla natura. Si è anche discusso molto, adottando risoluzioni specifiche, su una serie di questioni trasversali tra cui la corruzione e la necessità di ridurre la domanda dei consumatori di specie minacciate o loro parti.
“Quest’ultima conferenza CITES è stata la più grande e ambiziosa che si sia mai svolta – ha concluso Pratesi – e per molti versi quella di maggior successo. Ora i paesi di tutto il mondo devono trasformare in azioni concrete le parole dure che sono state qui espresse”.
Si chiude la conferenza CITES
Una stretta vigorosa al commercio illegale di specie protette quella data dagli oltre 180 paesi che hanno partecipato alla 17ma Conferenza CITES (Conferenza delle Parti) conclusasi oggi a Johannesburg. Il mondo ha dunque votato per mantenere il divieto…