Con la morte della giovane di orso marsicano investita nella notte del 23 ottobre in Abruzzo, siamo davanti ad un lento e continuo stillicidio della specie a causa questa volta di un ennesimo incidente in un tratto di strada da anni considerato pericoloso e a rischio ma per il quale nessuno è mai intervenuto, nonostante il WWF avesse più e più volte sollecitato interventi in tale senso.
Il WWF Italia quindi valuterà legalmente come intervenire e a chi chiedere di pagare i danni per un altro pezzo della nostra biodiversità perso, per la morte di un ennesimo orso, una femmina giovane e importantissima per una popolazione così ridotta numericamente e che avrebbe potuto partorire forse già dal prossimo anno dando una nuova speranza a questa unica popolazione sempre più a rischio.
Il WWF assiste impotente all’estinzione di una specie per l’inerzia di un gestore pubblico che non ha le competenze e l’interesse a custodire il nostro patrimonio. Con la morte di questa giovane orsa, una femmina dall’immenso valore per la conservazione della popolazione appenninica, si perde un altro tassello del nostro patrimonio di biodiversità e si dimostra chiaramente come gli impegni presi dal nostro governo per la tutela delle specie in pericolo siano solo belle frasi sulla carta.
Mentre si spendono milioni per riparare guasti o promuovere interventi correttivi non sempre lucidi o necessari, si investe troppo poco nella prevenzione per la tutela del territorio e per la salvaguardia dell’orso come dei grandi carnivori in generale, si preferisce intervenire sui danni quando avvenuti, sulle emergenze critiche e non programmare o intervenire quando possibile. A questo punto c’è da chiedersi se sia semplicemente incapacità nel promuovere interventi seri e utili o tutto ciò sia voluto perché sull’emergenza si possono spendere o sperperare più risorse.
Le autorità competenti sembrano incapaci di azioni concrete, di scelte utili anche se impopolari, a fare fronte a qualsiasi potenziale minaccia o attività potenzialmente incompatibile con la sopravvivenza dell’orso come una pastorizia sempre più invasiva o alcune forme di caccia, per citarne solo alcune, e si pone sempre più a rischio la salvezza dell’ultima popolazione di orso bruno marsicano, un bene comune che le autorità a diversi livelli coinvolte hanno l’obbligo di conservare per le generazioni future, un altro orso è andato perduto.
Non si chiudono strade di montagna, non si mettono in protezione tratti stradali rischiando così incidenti mortali anche per l’uomo, non si mettono in sicurezza pozzi di raccolta d’acqua in montagna, non si blocca una zootecnia illegale e di rapina, non si riesce a chiudere terreni dove deliberatamente si spargono bocconi avvelenati, non si riescono a creare quei corridoi necessari a connettere le aree più idonee a questa specie, insomma quello che appare evidente è che l’ultima popolazione di orso bruno marsicano è sempre più abbandonata a se stessa.
Per l’ennesima volta il WWF chiede al Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando un impegno a favore dell’orso, azioni decise e che rispettino gli impegni assunti con la sottoscrizione dei piani di tutela dell’orso sulle Alpi e sull’Appennino, il PACOBACE (Piano d’Azione Interregionale per la Conservazione dell’Orso sulle Alpi Centro Orientali) ed il PATOM (Patto per la Tutela dell’Orso bruno Marsicano), e nei riguardi della comunità internazionale. Una sua azione propositiva e di coordinamento con i diversi attori territoriali dalle Regioni alle amministrazioni provinciali, dai comuni per finire agli enti parco perché si facciano azioni concrete e immediate per cercare di conservare l’orso, perché si mettano in sicurezza le strade, si liberino pascoli e boschi da bovini ed equini illegali e malati, si chiudano pericolose trappole di morte come le vasche di raccolta dell’acqua piovana in montagna non adeguatamente protette, si chiudano alla circolazione selvaggia le strade forestali, insomma si intervenga per gestire seriamente e con gli interventi che servono un territorio e il suo ben più prezioso l’orso bruno marsicano.
Alla conservazione dell’Orso bruno in Italia è dedicato il progetto LIFE europeo ARCTOS “Conservazione dell’Orso bruno: azioni coordinate per l’areale alpino e appenninico”: per favorire la tutela delle popolazioni di Orso bruno delle Alpi e degli Appennini e sostenerne l’espansione numerica, attraverso l’adozione di misure gestionali compatibili con la presenza del plantigrado, la riduzione dei conflitti con le attività antropiche, l’informazione e la sensibilizzazione dei principali portatori di interesse, azioni che a fatica si stanno promuovendo ma che sono del tutto inutili se le autorità preposte a gestire quei territori non si rimboccano seriamente le maniche e si adoperano per la tutela dell’orso.