Si è svolto oggi 10 novembre di fronte al Consolato del Libano a Milano, in Via Larga 28, un presidio per protestare contro il massacro indiscriminato di uccelli migratori. Alla manifestazione hanno partecipato attivisti di WWF Lombardia, LAC (Lega Abolizione Caccia) , CABS Italia (Committee Against Bird Slaughter) e LIPU. Presente anche Edoardo Stoppa con la troupe di Striscia la Notizia: Stoppa ha nelle settimane scorse realizzato il primo reportage sul bracconaggio in Libano. Nessun giornalista aveva documentato prima il fenomeno che sta preoccupando il mondo intero per le ripercussioni che ha sugli uccelli migratori.
Il Libano è situato in una posizione centrale lungo la linea di migrazione denominata Flyway Red Sea/Rift Valley: si tratta della più importante rotta migratoria per gli uccelli del Paleartico Occidentale e della seconda rotta migratoria per ordine di importanza del mondo.
Nel 1995 sotto la pressione degli organismi internazionali il governo Libanese decise un bando temporaneo della caccia in tutto il paese al fine di regolamentarne l’attività. Nel 2004 è stata approvata una nuova legge sulla caccia che non è mai stata applicata ed a oggi non esiste nessun tipo di controllo da parte delle autorità statali libanesi.
Circa 500.000 cacciatori libanesi tuttavia svolgono la loro attività uccidendo milioni di uccelli anche e soprattutto appartenenti a specie rare e minacciate (aquile, cicogne, re di quaglie, ghiandaie marine, pellicani).
Il Cabs ha dato vita con il supporto degli ambientalisti libanesi, alla comunità su facebook: https://www.facebook.com/stophuntinglebanon che ha mostrato al mondo intero l’incredibile impatto della caccia in Libano sulle fauna selvatica.
Anche il WWF Italia nell’ambito della campagna Stop ai crimini di natura ha denunciato il fenomeno e richiesto urgenti misure per porre fine a un massacro senza eguali. “L’impatto della caccia in Libano è gravissimo, un vero e proprio crimine di natura” spiega Antonio Delle Monache, coordinatore delle Guardie venatorie WWF Lombardia e presente al presidio “poiché interessa gli uccelli migratori europei e rischia di compromettere tutti gli sforzi che la comunità internazionale sta facendo per proteggerli”.