Il WWF è intervenuto con forza a livello governativo per chiedere assicurazioni sulle procedure valide in Italia e sulla tutela dell’Alto Adriatico. Si farà la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) transfrontaliera italo-croata relativa alle dieci zone (1 in Alto Adriatico e 9 nel Medio e Basso Adriatico) per la ricerca e lo sfruttamento di idrocarburi offshore individuate dal Governo croato. Per il WWF, che ha avuto modo di visionare la lettera arrivata ieri dal Ministero dell’Ambiente croato al Ministero dell’Ambiente italiano, oggi è un giorno importante per la tutela del Mare Adriatico che dimostra come i confini e le competenze statali possono e devono essere superate positivamente quando si tratta della tutela degli ecosistemi marini e costieri. E’ questo il frutto della pressione del WWF che, nel rispetto di quanto stabilito dall’articolo 7 della Direttiva comunitaria sulla VAS transfrontaliera, ha chiesto l’8 gennaio scorso e ribadito in una lettera del 3 febbraio la richiesta di attivazione da parte del Ministero dell’Ambiente, che ha assunto le positive, iniziative istituzionali conseguenti.
Nella lettera della Presidente del WWF Italia Donatella Bianchi al Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti dell’8 gennaio scorso si ricordava che “benché queste zone siano in acque territoriali croate, il rischio inquinamento dovuto alle attività di routine e, a maggior ragione, in caso di incidente possono mettere a grave rischio, data la sua conformazione, l’intero bacino dell’Adriatico, avendo più che probabili “impatti significativi” sul sistema marino e costiero italiano.”.
Il WWF chiede chiarezza anche sul piano interno
Il WWF sollecita il Ministro dell’Ambiente a compiere un passo formale anche nei confronti del Ministero dello Sviluppo Economico per fare chiarezza, anche nel nostro Paese, sulla piena e corretta applicazione della procedura VAS alla pianificazione delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi. Il comma 1 bis dell’art. 38 del decreto legge Sblocca Italia (d.l. 133/2014) , infatti, stabilisce che il Ministero dello Sviluppo Economico con proprio decreto, sentito il Ministero dell’Ambiente, “predispone un piano delle aree” senza però che sia specificato l’obbligo della VAS.
Infine l’Associazione richiama l’attenzione del Ministero dell’Ambiente sull’escamotage dei “progetti sperimentali di coltivazione” nell’Alto Adriatico, contenuto nei commi 9 e 10 dell’articolo 38 del decreto Sbocca Italia, teso a superare il divieto alle attività di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi in Alto Adriatico (a rischio subsidenza), istituito nel 1991, con il rischio che prevalgano gli interessi economici sull’esigenza di proteggere l’ambiente, che invece viene tutelato rigorosamente anche dalla recente Direttiva 2013/30/E “Offshore” e dal Protocollo “Offhsore” della Convenzione di Barcellona.
Il WWF ricorda che l’art. 38 del decreto Sblocca Italia, grazie anche all’azione delle associazioni ambientaliste, è stato impugnato di fronte alla Corte Costituzionale da 7 Regioni (Abruzzo, Calabria, Campania, Lombardia, Marche, Puglia, Veneto).