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Tartarughe e balenottere a Catania con nave Palinuro

Tartarughe marine, balenottere e tutta la biodiversità del Canale di Sicilia sono protagoniste della tappa di Catania del 4 e 5 luglio di Palinuro, nave scuola della Marina Militare, protagonista assoluta della nuova Campagna di sensibilizzazione “MEdiTErraneo” voluta…

Tartarughe marine, balenottere e tutta la biodiversità del Canale di Sicilia sono protagoniste della tappa di Catania del 4 e 5 luglio di Palinuro, nave scuola della Marina Militare, protagonista assoluta della nuova Campagna di sensibilizzazione “MEdiTErraneo” voluta dal WWF e dalla Marina Militare.

 Il Palinuro è partito da Venezia il 16 giugno scorso e dopo Ortona arriva oggi a Catania dove sarà aperto per le visite sabato 4 dalle 15.00 alle 18.30 e domenica 5 luglio dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.30.

Nel molo di attracco e a bordo saranno allestiti stand con materiali informativi sulle attività del WWF in difesa di specie e ambienti; una speciale iniziativa coinvolgerà  i visitatori per un ‘selfie’ da inviare ai propri amici, e condiviso sui social usando #MyBlueMed, scattato accanto ad una sagoma allestita in banchina della specie più grande del Mediterraneo e la seconda al mondo, la balenottera comune. 
Il Palinuro, nave scuola della Marina Militare Italiana, lunga 59 metri e larga 10, provvista di tre alberi di acciaio il più alto dei quali arriva a 35 metri, ha partecipato ai più prestigiosi raduni di imbarcazioni e navi d’epoca e alle regate delle cosiddette “Tall Ships” (navi a vela di grandi dimensioni). 

Dopo Catania raggiungerà Livorno (11-14 luglio) e infine Montecarlo (10-14 settembre).
 
La tappa a Catania è caratterizzata da alcuni temi, come ricordato nelle tavola rotonda che questa mattina ha visto riuniti a bordo esperti e personalità:
Franco Andaloro, Delegato Sicilia del WWF Italia, Pino Paolillo, Referente Programma Mare WWF Italia, Contrammiraglio De Felice Nicola, Comandante di Marisicilia , Contrammiraglio Nunzio Martello, Direttore Marittimo di Catania,  Capitano di Fregata Gabriele Belfiore, Comandante di Nave Palinuro, Giacomo Pignataro, Rettore Università degli Studi di Catania, Rosario Sinatra, Università degli Studi di Catania, Gaetano Valastro, Direttore ARPA Siracusa,  Emanuele Mòllica, Direttore AMP “Isole Ciclopi”, Sebastiano Romano, Presidente AMP “Plemmirio”,  Rosario Gugliotta, Presidente di Slow Food Sicilia, Beatrice Barillaro, Delegato Calabria del WWF Italia, Mario Cavaleri, Marevivo Sicilia,  invitati anche l’Assessore Regionale Territorio Ambiente, il Sindaco di Catania,  Legambiente Sicilia.
 
La tartaruga marina, di cui spesso si parla nei mesi estivi per le sue nidificazioni proprio sulle spiagge siciliane,  è tra i tesori più preziosi del nostro mare. Delle 7 specie di tartarughe marine che vivono nei mari di tutto il mondo, la Caretta caretta, la tartaruga verde (Chelonia mydas) e la tartaruga liuto (Dermochelys coriacea) frequentano anche il Mediterraneo, che ogni anno ospita almeno 7.200 nidi di Caretta caretta.
 
Proprio sulle spiagge di Sicilia e in Calabria  si concentrano i circa 30-40 nidi di Caretta caretta che vengono rilevati ogni anno in Italia. Ma oggi tutte e sette le specie sono considerate a rischio estinzione e la causa principale è l’impatto con le attività umane, a partire dalla pesca accidentale. In tutto il Mediterraneo si stima che ogni anno più di 130.000 tartarughe vengano catturate accidentalmente negli attrezzi da pesca, di cui oltre 40.000 non sopravvivono.

Mentre in Italia la pesca accidentale colpisce più di 20.000 esemplari all’anno. A queste vanno aggiunte le migliaia di tartarughe che ingoiano sacchetti di plastica scambiandoli per meduse, che vengono colpite dalle imbarcazioni mentre galleggiano per scaldarsi al sole, i piccoli appena nati che finiscono sulle strade disorientati dalle luci artificiali di coste sempre più urbanizzate, i nidi distrutti dai mezzi meccanici utilizzati per la pulizia delle spiagge e da un’attività turistica incontrollata.
 
Un secondo tema su cui si focalizza la tappa siciliana della campagna estiva di WWF e Marina Militare è il Santuario Pelagos: uno degli obiettivi della Campagna è infatti quello di rendere, a 16 anni dalla sua nascita, l’area dell’accordo Pelagos una zona realmente protetta in quanto habitat principale di Balenottere comuni, Capodogli e Stenelle, oggi ancora a rischio per traffico navale mal gestito  e inquinamento.
Insieme ad altre 16 associazioni il WWF ha lanciato un appello lo scorso marzo chiedendo di consolidare la collaborazione tra gli Stati  firmatari (Italia, Francia e Principato di Monaco) rispettando l’impegno internazionale affinché Pelagos diventi un esempio internazionale di conservazione di biodiversità marina.

Oggi poco più dell’1% dell’intero Mar Mediterraneo è sotto protezione e il Santuario Pelagos, se correttamente gestito, farebbe salire al 5% la percentuale protetta del Mediterraneo .
Un obiettivo ambizioso ma l’iniziativa congiunta di WWF e Marina Militare, al terzo anno consecutivo, può avere successo.
 
La Campagna del WWF per conoscere il Mediterraneo http://www.mybluemed.org/ si svilupperà anche sui Social media: per tutta l’estate con lo slogan #MyBlueMed  verranno postate ogni giorno sui profili social WWF di diversi paesi che si affacciano sul bacino informazioni e immagini su specie, habitat e le tante attività di tutela messe in atto dall’associazione nel Mediterraneo.
 
Infine il Canale di Sicilia, area unica in tutto il Mediterraneo, riconosciuta a livello internazionale dalla Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD) come una delle EBSA (aree ecologicamente e biologicamente significative) globali.
In Canale di Sicilia abbiamo la possibilità di incontrare tutta la biodiversità del Mediterraneo, dai banchi di corallo profondo, alle balenottere e mobule, le mante del Mediterraneo, dal vulcanesimo sommerso a quello emerso come l’Isola Ferdinandea e Pantelleria, le aree di pesca più pescose dell’intero Mediterraneo, squali e razze endemiche, cetacei e tartarughe, foca monaca e uccelli migratori che dall’Asia e dal Nord Europa raggiungono l’Africa.
Un’area enormemente importante per la biodiversità, minacciata da inutili estrazioni petrolifere e da un eccessivo traffico navale.

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