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Tigri in pericolo nel Sud-Est Asiatico

In occasione della terza conferenza dedicata alla valutazione del programma di azione globale per le Tigri, i governi coinvolti nella tutela dei grandi felini hanno espresso l’urgente necessità di sopperire alle cruciali lacune di gestione di alcune aree…

In occasione della terza conferenza dedicata alla valutazione del programma di azione globale per le Tigri, i governi coinvolti nella tutela dei grandi felini hanno espresso l’urgente necessità di sopperire alle cruciali lacune di gestione di alcune aree in cui si trova la tigre, in particolare nel Sud-Est asiatico. Questa conferenza è l’ultimo passo del processo iniziato nel 2010 con il Vertice per la tigre di San Pietroburgo, dove 13 governi delle aree in cui vive la tigre si sono impegnati nel progetto Tx2, che ha come ambizioso obiettivo quello di raddoppiare la popolazione mondiale di tigri entro il 2022.

“Dobbiamo intraprendere un’azione concertata per recuperare le popolazioni di tigri a livello globale e questo può accadere solo con investimenti a lungo termine e il massimo impegno dei leader governativi, specialmente nel Sud-Est asiatico, dove c’è il rischio di perdere per sempre le tigri selvatiche”, ha affermato Rajesh Gopal, Segretario generale, Global Tiger Forum.

Più di un terzo dei siti di conservazione delle tigri nel mondo sono gravemente a rischio per la perdita di individui e la maggior parte di queste si trovano nel Sud-Est asiatico. Molte di queste aree sono prive di piani di base per una gestione efficace, mentre –secondo una prima indagine globale- oltre il 60% dei siti le azioni anti-bracconaggio sono insufficienti. 
Per i governi del Sud-Est asiatico i principali ostacoli alla ripresa della sono il crescente bracconaggio, la mancanza di capacità e la perdita di habitat. 

“I Paesi del Sud-Est asiatico ora devono affrontare con urgenza il loro impegno per proteggere le popolazioni di tigri selvatiche che restano. Paesi come India, Nepal e Russia hanno dimostrato che la ripresa della tigre è possibile, nonostante la minaccia del bracconaggio, che può essere superata con un forte impegno politico e il sostegno delle comunità”, ha detto Joseph Vattakaven, che ha partecipato alla conferenza stampa come il leader mondiale del WWF sulla conservazione delle tigri.

In Tailandia il numero di tigri è relativamente stabile e sondaggi recenti nel Myanmar mostrano almeno 22 tigri e casi di riproduzione nei tre siti esaminati finora, dati che danno speranza per numeri più alti in tutto il Paese. La Malesia, invece, ha riportato un calo significativo rispetto alle precedenti stime nazionali di circa 250 – 340 individui. 
“Gli aggiornamenti presentati dal Dipartimento della fauna selvatica e dei parchi nazionali suggeriscono che la stima nazionale delle tigri in Malesia potrebbe essere inferiore a 200 individui. Il sondaggio è ancora in corso e richiede ulteriori analisi, ma questo conferma l’urgente necessità di un’azione forte e di investimenti duraturi”, ha affermato Mark Rayan Darmaraj, responsabile per la tigre del WWF-Malesia.
  

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