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Tutela del mare, incontro a Pescara

Sabato 30 gennaio, presso la sala Figlia di Iorio della Provincia di Pescara, si parlerà della tutela del mare in un incontro pubblico promosso dal WWF Chieti – Pescara in collaborazione con la Provincia stessa. All’incontro, in programma…

Sabato 30 gennaio, presso la sala Figlia di Iorio della Provincia di Pescara, si parlerà della tutela del mare in un incontro pubblico promosso dal WWF Chieti – Pescara in collaborazione con la Provincia stessa. All’incontro, in programma dalle ore 11, parteciperanno la Presidente del WWF Italia Donatella Bianchi, il presidente dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano Leone Cantarini e, per il Centro Studi Cetacei, il biologo marino Sergio Guccione. Coordinerà i lavori Luciano Di Tizio, giornalista e delegato regionale Abruzzo del WWF. I saluti istituzionali saranno portati dal sottosegretario della Regione Abruzzo con delega per l’ambiente Mario Mazzocca e dal presidente della Provincia di Pescara Antonio Di Marco.
La tutela del mare è un tema di estrema attualità. Proprio nei giorni scorsi è stato presentato lo studio MedTrends, effettuato dal WWF attraverso il suo programma Mediterranean Marine Initiative e coordinato dal WWF Francia in 8 paesi: Croazia, Cipro, Francia, Italia, Grecia, Malta, Slovenia e Spagna.
I risultati di MedTrends, che forniscono un quadro globale e integrato della crescita delle attività economiche marittime nel Mediterraneo, sono impressionanti perché le attività vengono guardate per la prima volta nel loro insieme e in sovrapposizione l’una con l’altra. Dai trasporti marittimi al turismo, dall’acquacoltura tutto sta crescendo in maniera esponenziale e si prevede ulteriore espansione nei prossimi 20 anni: il problema è che questa “economia blu” sta crescendo senza una visione a lungo termine di sviluppo sostenibile che tenga conto anche del nostro benessere. Per il WWF è invece indispensabile e urgente una pianificazione coordinata dell’intero bacino.
Lo studio MedTrends analizza 10 settori economici marittimi chiave, illustrando e mappando il loro stato attuale e le tendenze future di sviluppo, fino al 2030. Attualmente oltre il 20% del Mediterraneo è dato in concessione per l’industria petrolifera e del gas: per l’Italia le zone più interessate restano il medio e basso Adriatico, il Canale di Sicilia e la Sardegna occidentale.

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