Elisio, un orso di 5 anni dotato di radiocollare dall’Università di Udine, è stato ucciso da un cacciatore nei boschi di Senozece, frazione di Divaccia, fuori dal territorio italiano oltre il confine fra Italia e Slovenia, dove la caccia agli orsi, purtroppo, è ancora legale.
In questo Stato, su una popolazione di circa 500 orsi, ogni anno ne vengono uccise alcune decine. Generalmente, la presenza del radiocollare dovrebbe rappresentare un deterrente per i cacciatori salvando i poveri orsi dall’abbattimento ma per Eliso non è andata così ed è stato ucciso.
L’orso Elisio era nato proprio in Slovenia, ma spesso sconfinava in Italia, arrivando fino al Veneto. Nel 2017 era stato munito di un radiocollare, che permetteva ai ricercatori dell’Università di Udine di seguirne gli spostamenti e studiarne così l’ecologia, acquisendo molti dati utili sulla specie.
La Slovenia ha un meccanismo di controllo della popolazione di orsi autorizzato dall’Unione Europea ma non esistono regole comuni per gli animali che, come Elisio, vivono lungo il confine e rischiano di essere esposti a questi terribili eventi. Un caso analogo si era verificato nel 2007 con l’uccisone di Bepi, un orso di 4 anni.
Tragedie come quella di Eliso rendono ancora più evidente la necessità e l’urgenza di misure transnazionali di conservazione per gli orsi che, purtroppo, non possono riconoscere i confini: cosa che in questo caso fa la differenza fra la vita e la morte. Il corridoio Italia-Slovenia, in particolare, riveste un ruolo cruciale per la colonizzazione delle Alpi da parte di orsi e altri importanti specie come la lontra, lo sciacallo, la lince e molte altre. Per questo motivo andrebbe prevista una grande zona cuscinetto di protezione.