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Un cucciolo di faina salvato dal WWF

L’alta velocità sulle strade è sempre una pessima abitudine, che mette a rischio la nostra sicurezza e quella degli animali, che per i loro spostamenti hanno bisogno di spazi: mammiferi come ricci, tassi, faine e volpi, ma anche…

L’alta velocità sulle strade è sempre una pessima abitudine, che mette a rischio la nostra sicurezza e quella degli animali, che per i loro spostamenti hanno bisogno di spazi: mammiferi come ricci, tassi, faine e volpi, ma anche anfibi e rettili finiscono spesso sotto le nostre auto. L’ultimo episodio, avvenuto il 18 aprile, ce lo racconta Riccardo Di Giuseppe, Responsabile delle Oasi WWF del Litorale Romano.
Siamo alle porte di Roma, nel Comune di Fiumicino quando mamma faina sta attraversando la strada. Imprvvisamente giunge una macchina a folle velocità e purtroppo l’impatto è fatale: la povera faina muore sul colpo. In bocca trasportava il suo cucciolo, che rotola a bordo strada. Miracolosamente è ancora vivo. Piange e si dimena, cerca la mamma, ma lei è senza vita. Grazie all’intervento di alcune persone presenti e dello stesso Riccardo, il piccolo (pochi grammi di peso) è stato salvato e portato immediatamente al Centro recupero fauna selvatica di Roma.
“Per fortuna almeno lui si è salvato – racconta Di Giuseppe – L’ho immediatamente portato al Centro recupero fauna selvatica della Lipu a Roma. Una volta che il piccolo sarà cresciuto e indipendente, verrà liberato nell’Oasi WWF di Macchiagrande. Sicuramente faremo una bella festa”.

Fulco Pratesi, Presidente Onorario del WWF, ha commentato così l’episodio: “Le strisce di asfalto che coprono in Italia quasi il 15% del territorio naturale e rurale, oltre a costituire un pietra tombale perpetua per la vita del suolo, rappresentano  una prima linea mortale per moltissimi animali, sopratutto se sbarrate da insuperabili guardrail in cemento armato. Tassi e volpi, ricci e puzzole, donnole e faine, istrici e gatti selvatici, orsi e lupi pagano ogni anno  dei tributi pesantissimi legati agli attraversamenti. Io stesso assistetti, anni fa, vicino all’Oasi di Bolgheri, all’uccisione di una donnola che inseguiva un ratto (che si salvò la vita). E ricordo ancora un cucciolo di faina dolcissimo che conobbi, assieme al grande Giorgio Celli, in un’Oasi WWF nei pressi di Carpi”.

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