L’agricoltura europea può contribuire a raggiungere gli obiettivi per uno sviluppo sostenibile globale fissati dall’Onu per il 2030?
“Sarà una missione impossibile se non si abbandonerà l’attuale modello di produzione agricola industriale in favore di un nuovo paradigma basato sull’agroecologia”, questa la risposta dei rappresentanti delle associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica che insieme ad accademici ed esperti di settore si sono ritrovati oggi a Milano per l’edizione 2019 di Metropoli Agricole, il convegno organizzato da Fondazione Cariplo.
“L’agricoltura è la prima causa di perdita di Biodiversità e una delle maggior fonti di emissioni di gas serra clima alteranti” ha ricordato Federica Luoni dell’Area Conservazione natura della Lipu-BirdLife Italia, portavoce nel convegno della Coalizione #CambiamoAgriocoltura, l’alleanza italiana composta dalle principali sigle del mondo della tutela ambientale e paesaggistica e dell’agricoltura biologica (WWF, Lipu, Legambiente, FAI, ProNatura, ISDE Federbio, AIAB e Associazione per l’Agricoltura Biodinamica). “Questi problemi derivano in gran parte da una cattiva Politica agricola comune che, nonostante varie riforme dal 2000 ad oggi, ha promosso essenzialmente un’agricoltura intensiva, ancora oggi ampiamente basata sulla chimica di sintesi, e trascurato le piccole aziende agricole in particolare nelle aree interne più marginali”, ha continua la rappresentante delle Associazioni.
Il convegno Metropoli agricole ha offerto l’occasione per un confronto tra le associazioni della Coalizione #CambiamoAgricoltura ed alcuni rappresentanti dei decisori politici in merito alla riforma della Pac post 2020. Nella tavola rotonda della mattinata la discussione sul contributo che la Pac può dare alla sostenibilità è stata animata, infatti, da interventi di rappresentanti della Commissione europea e dell’eurodeputato Marco Zullo, membro della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo. Assente, invece, il ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio, anch’esso invitato.
“Ci piacerebbe confrontarci con il nostro Governo. Confronto importante alla luce dei poteri che la nuova riforma attribuisce agli Stati membri” affermano i rappresentanti delle associazioni. La nuova riforma attribuisce, infatti, una maggiore autonomia ai governi nazionali che dovranno redigere i Piani strategici nazionali della Pac.
La Coalizione #CambiamoAgricoltura ha espresso inoltre preoccupazione per l’annuncio del rinvio a dopo le elezioni della discussione di alcuni punti fondamentali dei nuovi Regolamenti per la futura programmazione della Pac post 2020, un rinvio che potrebbe cancellare i risultati ottenuti dai negoziati in corso.
“Alla revisione della Pac, la Fondazione Cariplo ha dedicato molta attenzione negli ultimi tre anni, svolgendo un ruolo di sostegno alle attività svolte dalla coalizione Cambiamo agricoltura nel difficile compito di far ascoltare la voce dell’ambiente e dell’agricoltura sostenibile – spiega Elena Jachia, direttore Area Ambiente di Fondazione Cariplo – Il medesimo ruolo è stato svolto in modo coordinato anche da altre importanti Fondazioni europee aderenti al network Efsaf (European Foundations for Sustainable Agriculture and Food) nei propri paesi di attività (Francia, Spagna, Germania, Polonia) e ha dato forza ai movimenti dal basso”.
Il convegno Metropoli agricole ha offerto anche l’occasione per la presentazione, in anteprima, dell’edizione italiana dell’Atlante della Pac, liberamente scaricabile da oggi nella versione PDF nel sito www.cambiamoagricoltura.it. I dati dell’Atlante e le infografiche mostrano chiaramente le conseguenze negative dell’attuale Pac sull’ambiente e sulla società europea.
Solo un radicale cambiamento della Pac potrà sostenere un’efficace conversione dell’attuale agricoltura con buone pratiche più sostenibili come il biologico, che rappresenta oggi il modello più avanzato di agroecologia. Da Milano la Coalizione #CambiamoAgricoltura ha rilanciato l’ambiziosa sfida del 40% di Sau nazionale in agricoltura biologica entro il 2030 come contributo concreto agli obiettivi di sviluppo sostenibile SDGs che anche l’Unione europea e l’Italia si sono impegnati a raggiungere.