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World Wildlife day, le 5 storie di successo del WWF

Il declino delle specie animali a livello globale è purtroppo allarmante: secondo il Living Planet Report del WWF entro il 2020 potremmo perdere il 67% di specie tra pesci, uccelli, mammiferi, anfibi e rettili, un peggioramento ulteriore rispetto…

Il declino delle specie animali a livello globale è purtroppo allarmante: secondo il Living Planet Report del WWF entro il 2020 potremmo perdere il 67% di specie tra pesci, uccelli, mammiferi, anfibi e rettili, un peggioramento ulteriore rispetto al trend negativo del 58% di riduzione globale registrato tra il 1970 e il 2012. Un caso simbolo della perdita di specie è quello del rinoceronte: i numeri tremendi del bracconaggio denunciano una media di 3 rinoceronti uccisi al giorno. Il South African Department of Environmental Affairs ha recentemente dichiarato che nel 2016 almeno 1.054 rinoceronti sono stati trovati uccisi in quello Stato, un segnale di ripresa cruenta del bracconaggio che impone sforzi ancora più intensi per contrastare questo fenomeno criminale che distrugge la fauna selvatica in ogni angolo del pianeta, impoverendo anche le stesse comunità locali.
 
Ma la battaglia per salvare specie e habitat fa segnare anche storie di successo, eccone alcune targate 2016:

  1.       Il numero di tigri è finalmente aumentato per la prima volta nella storia, con 3.890 esemplari; nel 2010 erano appena 3.200. Gli sforzi di protezione da parte delle comunità locali, i governi e le ONG hanno prodotto un risultato eccezionale nella storia della conservazione.
  2.       Il panda, simbolo del WWF, esce dalla classifica degli animali “in pericolo in modo critico”: l’aumento del 17% della popolazione ha fatto ‘scendere’ questa specie ad un gradino più basso di rischio (“Endangered”, minacciato), sebbene la popolazione complessiva sia stimata in appena 1.864 individui. Sono cresciute le riserve e le aree protette che lo tutelano (oggi sono 67). La sua sopravvivenza è fortemente legata al buono stato dell’ambiente unico in cui vive, le foreste di bambù che a loro volta tra le varie minacce annoverano anche gli effetti del cambiamento climatico.
  3.      Il commercio del pangolino è riconosciuto come illegale: le otto specie di pangolino che sono tra le maggiori vittime tra i mammiferi a causa del  commercio illegale hanno finalmente ottenuto la tutela grazie ad una risoluzione della CITES del settembre scorso che ne bandisce qualunque tipo di commercio.
  4.       Qualche successo anche per i Siti Patrimonio Naturale Mondiale Unesco: la barriera corallina del Belize, paradiso di delfini e tartarughe marine, a ottobre è stata risparmiata dalle prospezioni sismiche finalizzate alla ricerca di idrocarburi; Il Parco di Coto Donana in Spagna, sito importante per oltre 4.000 specie di piante e animali tra cui il felino più raro, la lince iberica, dopo un’intensa Campagna del WWF ha ottenuto la cancellazione di un progetto di dragaggio.
  5.      La Cina ha annunciato la chiusura del mercato dell’avorio entro il 2017: una decisione storica per un paese considerato il maggiore mercato mondiale ‘legale’ di avorio. L’annuncio è stato dato nel dicembre scorso, una scelta che potrà così fermare la ‘domanda’ di questo prodotto e si spera possa anche rafforzare gli sforzi contro la piaga del bracconaggio in Africa che uccide ogni anno 20.000 elefanti.

 
Oggi a Roma il WWF presenta insieme ad altre 8 associazioni (ENPA, Il Rifugio degli asinelli, Italian Horse Protection, LAV, Legambiente, Lega nazionale per la difesa del cane, Lipu-BirdLife Italia, Rete dei santuari di animali liberi in Italia) la Carta di Roma per il recupero degli animali salvati non a fini di lucro.
 
    Il World Wildlife Day quest’anno è dedicato alle giovani generazioni, è stato proclamato per la prima volta dall’Assemblea delle Nazioni Unite nel 2013 come occasione annuale di celebrazione della firma nel 1973 della Convenzione Internazionale sul commercio sulle Specie a rischio di estinzione (CITES). Il WWF collabora con le Autorità CITES in tutti i pasi del mondo attraverso un Ufficio internazionale – TRAFFIC – che monitora, segnala e investiga su questo fenomeno.

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