“La Commissione Europea imbelletta ambizioni deboli e le presenta come un sucesso“. E’ duro il commento del WWF sul piano clima ed energia della UE. L’obiettivo del taglio delle emissioni di gas serra non è in linea con quanto raccomandato dalla scienza del clima, sottolinea il WWF, così come è debole l’ obiettivo che prevede un consumo energetico con poche fonti rinnovabili, senza vincoli obbligatori per ciascuno Stato membro.
Jason Anderson, responsabile clima ed energia del WWF EPO (Ufficio politico europeo) ha detto :
“Dopo mesi di attesa , la Commissione ha riconfezionato un rallentamento della riduzione delle emissioni e della diffusione delle energie rinnovabili e lo ha chiamato ‘un pacchetto ambizioso’. Si sta mettendo a rischio la modernizzazione economica dell’Europa. Il quadro dipinto dalle proposte di politica energetica è deprimente: l’obiettivo di efficienza energetica è stato rinviato, la cancellazione dell’enorme eccesso delle quote gratuite di emissioni di carbonio nell’Emissions Trading Scheme è stato posticipato. L’impegno di dettare regole di precauzione per la sicurezza della popolazione e dell’ambiente nella legislazione UE sul gas di scisto, lo shale gas, è stato ugualmente differito . I lobbisti dei combustibili fossili possono dormire sonni tranquilli. Spetta ora ai Governi degli Stati membri di mostrare la leadership politica necessaria per ispirare l’Europa verso una rivoluzione industriale ed economica che favorirà sia le persone che il Pianeta”.
Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia, ha dichiarato :
“Da domani si vedrà chi governa in nome delle lobby e chi in nome dell’interesse generale per rimanere ben al di sotto dei 2°C di riscaldamento globale e imboccare davvero la strada dell’economia del futuro. E l’Italia sarà sotto osservazione. Il WWF chiede che gli obiettivi dell’UE in materia di riduzione dei gas a effetto serra siano almeno del 55%, la produzione di energia da fonti rinnovabili sia almeno del 45% e il risparmio energetico almeno del 40%, che gli obiettivi siano giuridicamente vincolanti e comuni a tutti agli Stati membri “.
Analisi indipendenti dimostrano che, nonostante la necessità di garantire una decarbonizzazione a lungo termine, le proposte della Commissione europea per il 2030 sembrano ridurre ulteriormente l’ambizione per il 2050 rispetto a precedenti documenti della Commissione stessa. “Il lavoro della Commissione europea dovrebbe basarsi su analisi di esperti e dovrebbe contrastare la tentazione di seguire voci meno ambiziose o la UE dovrà affrontare 10 anni di inazione sul clima, la stagnazione del settore energetico e la perdita di opportunità ambientali ed economiche” conclude Midulla.