In Italia serve un salto di qualità nell’approccio alla gestione di Natura 2000, le aree protette speciali tutelate a livello europeo che costituiscono una risorsa importante per il rilancio (anche economico) del nostro Paese e dell’Unione Europea. Ma vanno utilizzate al meglio le nuove opportunità di finanziamento per la tutela della biodiversità europea: di questo si è parlato al workshop dedicato alla rete Natura 2000 che si è tenuto oggi a Roma organizzato dal WWF Italia in collaborazione con la Direzione Protezione della Natura del Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare. Il workshop è stato un momento di confronto di idee ed occasione di dibattito tra i diversi soggetti istituzionali che dovranno definire nelle prossime settimane la nuova programmazione dei fondi comunitari 2014-2020. Per il WWF erano presenti il Presidente, Dante Caserta, e il Responsabile Polycy biodiversità, aree protette, politiche agricole dell’Associazione, Franco Ferroni.
Il bilancio della UE impegnerà nei prossimi anni 960 miliardi di euro (erano 994 miliardi nel 2007 – 2013) e per l’Italia sono previsti complessivamente 78,6 miliardi di Euro (- 5,9% rispetto al periodo 2007 – 2013) che rappresentano le uniche reali risorse per gli investimenti indispensabili per la ripresa economica del nostro Paese. A queste risorse si aggiunge la quota di cofinanziamento nazionale, ripartito per il 70% sul bilancio dello Stato e il 30% sui bilanci delle Regioni.
L’agricoltura ha senza dubbio un ruolo importante, non solo per le relazioni dirette tra pratiche agricole e conservazione della biodiversità ma anche per il peso economico che la Politica Agricola Comune continua ad avere sul bilancio europeo. In Europa oltre il 50% delle specie selvatiche (animali e vegetali) considerate a rischio di estinzione dipendono dal mantenimento delle pratiche agricole tradizionali.
La PAC dell’Europa con 28 Stati membri impegna 363 miliardi di Euro, per l’Italia si tratta complessivamente di 36,6 miliardi di euro (tra primo e secondo pilastro). Se una piccola percentuale di queste risorse fosse destinata alla gestione della rete Natura 2000 si potrebbe assicurare con la necessaria efficacia la conservazione del patrimonio naturale del nostro Paese riconosciuto d’interesse europeo e creare importanti opportunità di nuova occupazione. Si aprirebbe, in particolare per i giovani, lo sviluppo di nuove imprese di servizi ambientali e turistici ed aziende agricole multifunzionali per una valorizzazione sostenibile della biodiversità.