WWF: chiarezza sui rischi dei campi OGM del Friuli
WWF assieme alle altre associazioni ambientaliste (AIAB, Aprobio, ISDE, Legambiente e WWF), fa appello al ministero dell’ambiente e al presidente dalla Regione Friuli perché vengano informati i cittadini e le associazioni riguardo a chi debba intervenire sui campi coltivati con mais OGM di Vivaro e Mereto. Inoltre il WWF chiede che venga diffuso la bozza del regolamento attuativo della legge regionale
Il 4 ottobre 2013 si è svolta una riunione della Task Force No OGM dove gli ufficiali del Corpo Forestale dello Stato hanno confermato il rischio di contaminazione delle colture delle zone dove il mais geneticamente modificato Mon810 è stato seminato. Le associazioni chiedono a gran voce quali sono le garanzie di protezione della sicurezza di agricoltori e residenti e quali sono le azioni a tutela della biodiversità.
Attualmente c’è una situazione di rimpallo tra Ministero dell’ambiente e presidente regionale su chi debba intervenire per tutelare il territorio e l’agricoltura dalla diffusione del mais OGM seminato in Friuli Venezia Giulia. Dopo il decreto ministeriale che vieta la coltivazione di OGM in Italia rivelatosi di fatto tardivo ed inutile a fronte della mancanza della parte sanzionatoria.
WWF Friuli e le altre associazioni ambientaliste chiedono ai Ministri dell’Ambiente, dell’Agricoltura e della Salute e alle Regioni, che lavorino per applicare la clausola di salvaguardia, adottata da tanti stati europei. Che trovino un modo rapido ed efficace perché le piccole coltivazioni a mais OGM diventino il simbolo del fallimento di una politica che non riesce a garantire la tutela della biodiversità nei territori di competenza.