Lo scorso weekend ha visto la rete giovani del WWF impegnata nel workshop annuale che ha approfondito temi chiave legati al cambiamento climatico, con la partecipazione di esperti interni ed esterni all’associazione. Nel confrontarsi sulle minacce e sulle grandi sfide in corso, la community WWF YOUng esprime le sue speranze e paure riguardo l’utilizzo dei fondi europei destinati alla ripresa economica, focalizzandosi in particolare sulla conservazione della biodiversità e restauro degli ecosistemi, le energie rinnovabili, il diritto all’educazione ambientale e sviluppo di una filiera agroalimentare realmente sostenibile.
Il WWF YOUng fa notare (se ce ne fosse bisogno) che il vero nome del Recovery Fund è “Next Generation EU”: un fondo che dovrebbe essere riservato al futuro delle giovani generazioni del nostro paese ed in Europa, e non costituire una ennesima occasione di accentramento di ricchezza e potere nelle mani di una classe dirigente e imprenditoriale che finora ha favorito modelli di sviluppo insostenibili e dimostrato ben poca attenzione all’emergenza climatica in atto.
Secondo quanto dichiarato dalla Commissione EU, oltre il 50% dei fondi europei dovrà sostenere la modernizzazione tramite transizioni climatiche e digitali eque e il 37% dovrà essere riservato alla lotta ai cambiamenti climatici con una percentuale mai vista finora nel bilancio dell’UE. Sempre a detta della Commissione, il pacchetto dovrebbe inoltre porre particolare attenzione alla protezione della biodiversità e alla parità di genere.
WWF YOUng chiede quindi che queste promesse vengano rispettate e messe in atto una volta per tutte. “Se non ora, quando?”
Ecco le richieste avanzate dai giovani della community WWF:
1. CONSERVAZIONE DELLA BIODIVERSITÀ E RESTAURO DEGLI ECOSISTEMI
È fondamentale conservare efficacemente almeno il 30% delle aree terrestri e il 30% delle aree marine, anche tramite l’implementazione di una grande rete ecologica volta a restaurare le connessioni tra aree protette, spesso isolate anche grazie ad un incontrollato consumo di suolo. Il nostro futuro non può prescindere dal fermare la terribile perdita del nostro patrimonio naturale e dal procedere con impegni concreti per la sua salvaguardia.
2. ENERGIE RINNOVABILI E RISPARMIO ENERGETICO
Raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050, con un obiettivo intermedio di taglio delle emissioni di gas serra al 65% entro il 2030 tramite un grande investimento congiunto sul risparmio energetico e sulle energie rinnovabili, a partire da , solare fotovoltaico, eolico e solare termico. In particolare, prolungamento del SuperBonus energetico fino alla completa eliminazione delle centrali termiche a fonti fossili, completa rimozione dei sussidi dannosi, grande investimento sulle celle a combustibile ad idrogeno verde per lo stoccaggio energetico, investimento sulla mobilità elettrica, integrata e condivisa.
3. DIRITTO ALL’EDUCAZIONE ECOLOGICA
Non può esistere un “futuro” se non ripartiamo da coloro che lo vivranno come “presente”. L’educazione ambientale deve costituire la base della formazione delle nuove generazioni per fornire loro strumenti adatti ad affrontare le enormi sfide che si prospettano. L’educazione ambientale è il mezzo per eccellenza in grado di sviluppare una coscienza ecologica individuale e collettiva.
Il WWF YOUng sostiene che una cittadinanza informata e attiva è fondamentale per consentire quel “cambiamento comportamentale” spontaneo e volontario – meglio noto come behavioural change – verso stili di vita davvero sostenibili.
4. SVILUPPO DI UNA FILIERA AGROALIMENTARE SOSTENIBILE
Non c’è sostenibilità ambientale senza sostenibilità sociale: agricoltura ed allevamento in Europa beneficiano di più del 30% dell’intero bilancio comunitario tramite sussidi di cui solo una frazione è tesa a soddisfare un reale bisogno alimentare, con enormi sprechi ed incentivazione di un mercato del tutto avulso dalla reale domanda. L’approvazione dell’ultima PAC ha purtroppo confermato tale andamento pesantemente negativo: sta ora agli Stati avere l’ambizione di una diversa visione, che premi la conversione al biologico e diete a base vegetale, da sostenere con una drastica campagna di sensibilizzazione.
Dobbiamo quindi ripensare dalle fondamenta la nostra filiera agroalimentare al fine di renderla realmente sostenibile per il nostro ecosistema e per la nostra salute.
5. ADATTAMENTO AL CAMBIAMENTO CLIMATICO
Gli eventi climatici estremi sono ormai la quotidianità, e nessun impegno contro il cambiamento climatico, per quanto intenso, ne impedirà l’acuirsi per i prossimi decenni. È quindi necessario implementare l’unica Grande Opera fondamentale: la messa in sicurezza del nostro territorio, proponendo un modello di gestione fluviale ed idrogeologica fortemente basato sulla rinaturalizzazione, su un efficientamento e rinnovo del nostro sistema di distribuzione idrica (che implica ad oggi una perdita di rete del 50%). Tutto questo è possibile solo con adeguate competenze locali delle piccole/medie comunità, in particolare delle amministrazioni comunali: è quindi necessario un massiccio programma di trasferimento di conoscenze e competenze, e favorendo la creazione di migliaia di nuovi posti di lavoro green.
Ai 55 partecipanti del workshop è stato chiesto di indicare tra i settori elencati, quali secondo loro necessitano maggiormente le risorse derivanti del Recovery Fund (era possibile indicarne al massimo 3). Il risultato nel grafico che segue.