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Così le zone umide sane creano benefici per l'uomo

Un esempio è rappresentato dall’Oasi WWF Lago di Alviano, lungo il corso del Fiume Tevere, che svolge un servizio fondamentale per la regolazione delle risorse idriche e della loro qualità

“Non possiamo illuderci di restare sani in un Pianeta malato”, ci ricordava Papa Francesco nelle sue innumerevoli riflessioni sulla cura della nostra casa comune. Il benessere, la salute e la sopravvivenza delle persone sono infatti strettamente legati a quelli della natura. Dall’ossigeno che respiriamo all’acqua che beviamo, dai suoli fertili in cui coltiviamo a innumerevoli principi medicinali con cui ci curiamo, la nostra stessa vita è possibile solo grazie alla natura. 

Per questo, nell’ambito della Primavera delle Oasi che dal 21 aprile e fino al 5 giugno – Giornata Mondiale dell’Ambiente – offrirà centinaia di esperienze diverse da godere grazie ad un’immersione totale nelle sue 100 aree protette, il WWF Italia tiene a ricordare come i servizi ecosistemici, ovvero i benefici multipli che gli ecosistemi forniscono al genere umano, rappresentino un concetto fondamentale nell’ambito dell’ecologia e della gestione sostenibile delle risorse naturali. 

L’importanza delle zone umide

In particolare, le zone ricche d’acqua (zone umide in italiano, wetland in inglese), come laghi, lagune, fiumi, risorgive, torbiere, paludi, stagni e acquitrini, sono essenziali per fornirci acqua potabile e contrastare gli eccessi o la carenza idrica, oltre ad essere tra gli ambienti più ricchi di biodiversità, ma assumono anche un valore commerciale, sociale e culturale per tutta una serie di attività che vengono svolte dall’uomo in queste aree, dalla pesca al turismo, dal birdwatching all’acquacoltura. Più in particolare, questi ambienti contribuiscono al il mantenimento dei livelli di falda, al controllo delle inondazioni e dell’erosione, al trattenimento dei sedimenti e delle sostanze tossiche, alla cattura dei nutrienti, alla mitigazione e alla conservazione del microclima. 

La loro importanza è tale che fin dal 1971 sono tutelate da una apposita convenzione internazionale (Convenzione di Ramsar), insieme alle specie migratrici che da esse dipendono. 

L’Oasi di Alviano e la regolazione delle risorse idriche

Un esempio è rappresentato dall’Oasi WWF Lago di Alviano (TR), lungo il corso del Fiume Tevere, che svolge un servizio fondamentale per la regolazione delle risorse idriche e della loro qualità. Le zone umide presenti nelle Oasi agiscono come un filtro naturale per le acque: le piante acquatiche e la vegetazione, infatti, contribuiscono a trattenere sedimenti e inquinanti, ad esempio quelli agricoli, migliorando così la qualità dell’acqua rendendola idonea a successivi utilizzi, come quello potabile o a scopo ricreativo.

Similmente, le Oasi fluviali, come quella di Ripa Bianca di Jesi nelle Marche, Gole del Sagittario e Cascate del Verde in Abruzzo, Guardiaregia-Campochiaro in Molise o Grotte del Bussento in Campania, rappresentano le naturali arterie idriche del Paese, garantendo adeguata disponibilità idrica tanto alla natura che alle persone. 

Le Oasi che ospitano zone umide, forniscono inoltre difese fondamentali contro le sempre più frequenti inondazioni, fenomeni meteorologici estremi correlati al cambiamento climatico, funzionando come serbatoi naturali che possono immagazzinare temporaneamente grandi quantità di acqua durante periodi di piogge intense, aiutando a prevenire inondazioni nelle aree circostanti; le zone umide agiscono, infine, come regolatori naturali del flusso idrico, assorbendo e rilasciando acqua in modo graduale nel corso del tempo, stabilizzando il regime idrico locale e riducendo l’impatto di eventi meteorologici estremi, come le siccità, rappresentando quindi un alleato fondamentale per l’agricoltura, capace anche di accumulare gli eccessi di nutrienti derivanti dall’uso di fertilizzanti. 

La nuova Oasi a San Giuliano Milanese

Ma oltre a tutelare le zone umide, è possibile anche rigenerarle. Grazie al programma RiPartyAmo, è stata creata una nuova Oasi nell’area di San Giuliano Milanese, nei pressi del fiume Lambro, chiamata ‘’Oasi del Maresco – Pontile’’. Si tratta di un’area umida di circa un ettaro, alimentata dall’acqua in uscita dal vicino depuratore. Intorno a quest’area sono stati piantati oltre 2000 alberi e arbusti per realizzare un bosco asciutto, un bosco umido e per inserire anche aree prative e arbustive. L’area è inoltre dotata di una piccola zona didattica, pensata per avvicinare la cittadinanza alla comprensione dell’importanza delle zone umide e della biodiversità. 

Questi spazi sono stati progettati per supportare mammiferi, uccelli, anfibi e insetti, che potranno trovare cibo e rifugio in questa nuova realtà. Il progetto di ripristino rappresenta un esempio di coesistenza tra attività umane e spazi naturali. Mappe storiche e fotografie aeree degli anni passati documentavano infatti la presenza di un bosco e di una zona umida, sopravvissuti fin dal 1500. A causa delle attività agricole nelle aree circostanti, l’area era stata pesantemente degradata, facendo scomparire gli elementi naturali che la caratterizzavano. Oggi, grazie al lavoro delle Oasi, questa zona rivive, portando con sé una piccola parte di natura. 

Un altro esempio lampante è rappresentato dai diversi interventi realizzati presso la Riserva Naturale – Oasi WWF Bosco di Vanzago, per la creazione di nuovo zone umide come stagni e pozze. Considerate le condizioni in cui versano gli anfibi italiani, a causa della scomparsa progressiva dei loro ecosistemi, aggravate dalla siccità e dall’inquinamento e dall’avanzata inesorabile di specie alloctone invasive, si stanno sperimentando con successo pozze temporanee, microambienti idonei per la riproduzione di talune specie di anfibi e rettili (Rana latastei e Triturus carnifex).Sono state realizzate già 30 aree, alcune simili a stagni e alle piccole pozze di pianura, che si formano nei prati o nel sottobosco allagate naturalmente dalle precipitazioni di fine inverno, e altre sono in fase di realizzazione. 

Inoltre è stato avviato recentemente un centro sperimentale di allevamento del pelobate (Pelobates fuscus) nell’ambito del progetto europeo LIFE IP Gestire2020. I girini saranno immessi successivamente negli stagni appositamente allestiti presso l’Oasi, per poi essere reintrodotti nell’intera area a costituire una popolazione autonoma di questa rarissima specie. Le attività di riproduzione e ripopolamento in corso sono una speranza per il miglioramento dello stato di conservazione e la sopravvivenza futura di questo prezioso anfibio, simbolo di ambienti essenziali, come abbiamo visto, per la nostra stessa sopravvivenza. 

Eventi correlati 

Nell’ambito della Primavera delle Oasi sono diversi gli eventi dedicati alle zone umide. 

Il 10 maggio sarà possibile esplorare le anse del fiume Lambro (MI) insieme agli esperti di WWF, Legambiente ed ERSAF, oppure la ricchezza di biodiversità dell’Oasi WWF le Foppe (Mi). Il 10 e 11 maggio sarà possibile ammirare una delle lagune più affascinanti della costa tirrenica, il Lago di Burano, prima Oasi WWF e Riserva Naturale Statale, salendo in cima alla storica torre di Buranaccio, straordinariamente aperta dalla proprietà Terre di Sacra, oppure pedalando placidamente lungo i percorsi dell’Oasi in compagnia degli esperti WWF. 

Il 10 e l’11 maggio anche nei pressi della Capitale sarà possibile scoprire la bellezza e l’importanza delle zone umide dell’Oasi di Macchiagrande e delle Vasche di Maccarese, vero paradiso per fotografi e birdwatcher. Il 18 maggio si potrà invece diventare naturalisti per un giorno all’Oasi WWF Le Bine (MN), affiancando gli esperti WWF nelle attività di monitoraggio delle farfalle e di inanellamento degli uccelli. 

E proprio per scoprire di più sul meraviglioso fenomeno della migrazione, appuntamento all’Oasi WWF e Riserva Regionale Padule di Orti-Bottagone (LI), l’11 maggio, in occasione della giornata mondiale a loro dedicata, mentre in Sicilia sarà possibile approfondire il tema il 9 maggio in una passeggiata con esperti all’Oasi WWF e Riserva Regionale di Lago Preola e Gorghi Tondi (TP).

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