Nel calendario cinese il 2022 è l’Anno della tigre
Venticinque anni fa la tigre in Cina era sull’orlo dell’estinzione. Secoli di bracconaggio uniti a perdita di habitat e a un calo significativo delle prede sembrava aver già segnato il futuro per la specie. Ma, inaspettatamente, le tigri dalla Russia hanno cominciando ad espandersi in Cina, dove anche il sostegno politico per la conservazione del felino ha fatto passi avanti.
E in un recente studio* che riporta i dai più recenti sulla popolazione di tigri dell’Amur, scritto fra gli altri anche da Peiqi Liu, alla guida dell’ufficio del WWF-Cina, si descrive come in quattro aree nel nord-est del Paese ci sia un’area in grado di ospitare oltre 300 tigri. Questo nuovo studio arriva in un momento importante, visto l’imminente Tiger Summit del 2022, che sarà ospitato oltre il confine a Vladivostok, in Russia. Si tratta di un’opportunità unica per i governi dei paesi che ospitano le tigri, Cina compresa.
Tra il 2013 e il 2018, le foto trappole installate nel nord-est della Cina hanno identificato più di 50 tigri. La maggior parte di queste si trova nel Tiger Leopard National Park (NTLNP), la più grande area protetta per le tigri al mondo. Tuttavia il numero di animali qui risulta inferiore a quello in Russia e i ricercatori hanno voluto capire perché
Cosa impedisce l’espansione della popolazione
Il documento ha suggerito che forse il problema più grande è la mancanza di cibo adeguato, in particolare ad essere insufficienti le grandi specie come il cervo rosso. Le tigri hanno bisogno di circa 50 prede di grandi dimensioni all’anno e in Cina attualmente si stima la presenza di prede sufficienti a sfamare circa 50 tigri. Ma, calcolando le dimensioni dell’home range delle tigri femmine in Russia, più di 300 tigri potrebbero sopravvivere nei quattro territori individuati. Per raggiungere questo obiettivo, come primo passo c’è un forte bisogno di riportare in quei territori le grandi prede delle tigri.
Lo studio ha anche evidenziato la mancanza di connessione tra gli habitat delle tigri, un aspetto che ne mette a rischio il recupero. Il monitoraggio e il miglioramento di questa connettività sono stati identificati dal governo cinese come elementi prioritari di lavoro. In alcune aree potrebbero essere necessarie traslocazioni e reintroduzioni di tigri per avviare il loro recupero ed espandere la loro specie.
Nel maggio 2021 le autorità cinesi hanno traslocato una tigre in una zona remota del NTLNP. Questa è stata la prima traslocazione di una tigre da un habiat naturale ad un altro in Cina e presenta un modello per le future azioni di conservazione.
Cosa fa il WWF in Cina
Dal 2006, il WWF Cina lavora con i suoi partner per conservare le tigri nelle province di Jilin e Heilongjiang nel nord-est della Cina. Gli sforzi di conservazione si sono concentrati sulle pattuglie anti-bracconaggio, la gestione e il ripristino dell’habitat, il monitoraggio delle popolazioni del felino e delle sue prede, l’attenuazione del conflitto con l’uomo e la sensibilizzazione del pubblico. Un progetto in corso del WWF-Cina e della Fondazione Principe Alberto II di Monaco, Welcoming Tigers back home – Phase 3, sta sostenendo una gestione efficace delle aree protette, mitigando i conflitti, sostenendo l’anti-bracconaggio nelle aree chiave e promuovendo la creazione, nel Nord-Est della Cina, di corridoi ecologici per connettere i territori dove insistono infrastrutture come strade e linee ferroviarie.
È incoraggiante vedere che la popolazione di tigri della Cina sta lentamente aumentando, e che gli sforzi di conservazione nell’ultimo decennio, combinati con le intuizioni di questo nuovo studio, danno vera speranza al futuro delle tigri nel paese. Il 2022 sarà davvero l’anno della tigre?
Isabella Pratesi, Direttore Conservazione WWF Italia
*Il documento intitolato “Valutazioni integrate per stabilire una meta-popolazione sostenibile di tigri Amur nel nord-est dell’Asia” è condotto dal Feline Research Center of National and Grassland Administration, College of Wildlife and the Protected Area and Northeast Forestry University e WWF (co-autore Peiqi Liu che guida l’ufficio del nord-est della Cina del WWF).