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Il 3 marzo è World Wildlife Day

Riparte la campagna Re-Nature del WWF per bloccare o ridurre la perdita di biodiversità

Le specie animali sono la chiave per ricostruire la natura d’Italia

Il prossimo 3 marzo si festeggia in tutto il mondo il Wildlife Day. La Giornata Mondiale della fauna selvatica è promossa a livello internazionale dalle Nazioni Unite per celebrare fauna e flora del pianeta e il contributo fondamentale che le specie selvatiche danno alla nostra vita e alla salute degli ecosistemi. Il tema di quest’anno è “Partnerships for Wildlife Conservation” e invita a riflettere sulla nostra responsabilità di proteggere la magnifica diversità della vita sulla Terra. Quest’anno, inoltre, si festeggiano i 50 anni della CITES, la Convenzione di Washington sul Commercio Internazionale delle Specie di Fauna e Flora Selvatiche Minacciate di Estinzione, che è stata firmata per l’appunto nel lontano 1973.

Il WWF coglie l’occasione per ripartire con la Campagna ReNature che punta quest’anno su decine di attività in grado di bloccare o ridurre la perdita di biodiversità in atto, promuovendo progetti di tutela e ripristino della natura.

Sebbene le attività umane abbiano causato il degrado di foreste, praterie, terreni agricoli produttivi, oceani, fiumi, mari e laghi e circa 1 milione di specie siano sull’orlo dell’estinzione, la buona notizia è che abbiamo gli strumenti e le soluzioni per ridurre la perdita di biodiversità sulla Terra. La campagna lanciata dal WWF Italia punta, infatti, a ricomporre nei prossimi anni il grande mosaico naturale, oggi frammentato e degradato ma che, una volta ricostruito, potrà mantenere in sicurezza il nostro capitale naturale. Il Wildlife Day rappresenta anche un’importante occasione per aumentare la consapevolezza pubblica sull’importanza del ripristino dell’ecosistema e della tutela delle specie chiave, vulnerabili o a rischio estinzione.

Proteggere specie ed ecosistemi in pericolo e ripristinare con azioni ambiziose le popolazioni selvatiche o le porzioni di habitat in quelle aree dove l’impatto dell’uomo è stato più drammatico sono due facce della stessa medaglia. Per questo, a livello globale il WWF è attivo da anni su specie bandiera e chiave, come elefante, rinoceronte, tigre, gorilla, specie la cui scomparsa porta a forti sbilanci negli ecosistemi dove vivono. I risultati raggiunti negli ultimi decenni sono significativi, sebbene molto è ancora da fare per raggiungere il traguardo auspicato.

Conservare, reintrodurre, rinforzare le popolazioni

Anche in Italia sono diverse le specie chiave (keystone species) con uno stato di conservazione precario, che necessitano di azioni concrete e ambiziose. Queste rappresentano tasselli di particolare rilevanza in un’ecosistema, la cui presenza garantisce i corretti equilibri e permette l’esistenza di altre specie. Con la loro scomparsa l’ecosistema perderebbe molte delle sue caratteristiche e molte altre specie, la cui esistenza dipende da queste, andrebbero incontro ad estinzione. Per questo conservare, reintrodurre o rinforzare le popolazioni di queste specie chiave equivale a salvaguardare interi ecosistemi e comunità di specie.

Orso bruno marsicano
Orso bruno, mamma con piccoli Foto di Eugenio di Zenobio

Caso emblematico dell’impegno del WWF in Italia è l’Orso bruno marsicano, sottospecie endemica dell’Appennino centrale a elevato rischio estinzione, sul quale l’associazione ha attivato un progetto (Orso 2×50)0 (0%) che mira a raddoppiarne la popolazione entro il 2050 lavorando sulla riduzione della mortalità e sul miglioramento della connettività ecologica in tutto il suo areale. Sull’orso il WWF Italia è anche partner del Progetto Life ArcProm per migliorare la coesistenza tra orso e comunità locali nel Parco Nazionale della Maiella. Ma l’Italia è ricca di esempi. Nei fiumi vive ancora la lontra, che sta lentamente tornando a colonizzare i fiumi dell’Italia centrale e meridionale ma recentemente è stata segnalata anche al nord (nel tarvisiano e lungo il Ticino), sebbene sempre gravemente minacciata dalle modifiche degli habitat fluviali e dalle infrastrutture viarie che hanno negli ultimi anni frammentato il suo ambiente. Il WWF, che con un importante progetto di monitoraggio ha accertato recentemente il ritorno della lontra anche nel Lazio meridionale, è attivo in numerose attività per la salvaguardia e il ripristino di aree umide, habitat naturale del mustelide e di numerose altre specie a rischio, come la testuggine palustre europea (Emys orbicularis), per il quale il WWF è anche capofila di un ambizioso Progetto Life (URCA ProEmys). Così come sui grandi mammiferi, oltre all’orso anche lince e lupo vede il WWF impegnato su più fronti. Per il lupo oltre all’impegno per diffondere corrette informazioni, c’è l’attività sul territorio delle Guardie volontarie e il Progetto europeo SWiPE0 (0%) per il contrasto ai crimini di natura. Anche su alcuni rapaci il WWF lavora da anni per conservare le popolazioni selvatiche e migliorare l’habitat d’elezione di alcune specie prioritarie (esempio emblematico l’Aquila di Bonelli, che ha visto negli ultimi anni aumentare le coppie riproduttive in Sicilia grazie alle azioni del Progetto Life Conrasi.

Restoration law

Tutelare la biodiversità esistente oggi quindi non è più sufficiente. E’ imprescindibile attivare processi di restauro degli ecosistemi più degradati, ristabilire la connettività ecologica e favorire il ritorno di specie chiave, che con la loro presenza favoriscono il recupero di intere comunità e possono garantire un futuro alla nostra “vita selvatica”. Questo è ciò che prevede anche la cosiddetta “Restoration Law”, lo strumento normativo dedicato in modo specifico al restauro ambientale, che speriamo venga adottato formalmente dal Parlamento Europeo nel corso di quest’anno

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