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Bracconaggio scatenato in Lombardia

Sebbene il calo dei cacciatori sia inarrestabile, la vigilanza sul territorio è, in buona parte della Regione Lombardia, insufficiente

Nell’alto milanese 27 esemplari protetti scoperti dalle guardie WWF

Nonostante una stagione venatoria iniziata nell’incertezza per i ricorsi al TAR e per le condizioni meteorologiche avverse, nonostante il costante e continuo calo delle doppiette, gli episodi di caccia illegale non sembrano calare, anzi.
Nell’alto milanese, nel comune di Inveruno un cacciatore proveniente dalla provincia di Lecco è stato sorpreso dalle Guardie Venatorie WWF mentre utilizzava richiami acustici vietati. La fauna abbattuta consisteva in 27 esemplari appartenenti a specie protette (pispole e fanelli). Il cacciatore, nonostante fosse stato sorpreso in flagranza di reato, spintonava e strattonava una delle Guardie intervenute. Il comportamento del cacciatore richiedeva l’intervento dei Carabinieri Forestale della Stazione di Magenta che procedevano al sequestro dei richiami acustici vietati, della fauna abbattuta e dell’arma utilizzata.

Nel lodigiano una cicogna bianca e un falco pellegrino venivano rinvenuti feriti dalla Polizia Provinciale e dalle Guardie volontarie della Provincia; purtroppo entrambi gli uccelli morivano poche ore dopo il recupero. La cicogna bianca era stata presa dal Dipartimento Veterinario dell’Università di Lodi, mentre il falco pellegrino veniva consegnato al CRAS di Vanzago.

Nel bresciano le Guardie WWF a Provaglio d’Iseo sorprendevano un cacciatore che aveva ucciso un pettirosso e una capinera (specie particolarmente protette), ma la vera sorpresa era il fucile di piccolo calibro, modello flobert, che era detenuto abusivamente, poiché non denunciato. Sempre nel bresciano due capannisti, nel Comune di Barbariga, che utilizzavano due richiami acustici vietati, al controllo delle Guardie WWF risultavano aver abbattuto 13 uccelli protetti (fringuelli e fanelli).
Tutte le attività sono state svolte in collaborazione con i Carabinieri Forestale Nucleo Soarda e la Polizia provinciale di Brescia.

Calo dei cacciatori ma il bracconaggio non si ferma

“Ogni anno all’apertura della caccia si registrano gravi atti di bracconaggio che dimostrano quanto siano ancora diffusi comportamenti irrispettosi delle norme vigenti. Sebbene il calo dei cacciatori sia inarrestabile, la vigilanza sul territorio è in buona parte della Regione Lombardia, insufficiente. L’emergenza PSA inoltre sta impegnando le Polizie provinciali, già da tempo sotto organico, sottraendo personale all’attività di controllo dell’attività venatoria. Possiamo dire con abbastanza certezza che chi voglia utilizzare mezzi vietati o abbattere fauna protetta, ha una scarsissima probabilità di essere controllato. Se poi aggiungiamo a questo, le pene irrisorie per i reati venatori, la possibilità che i procedimenti vadano in prescrizione e la sempre più frequente applicazione della “tenuità del fatto” si capisce come il bracconaggio sia tanto diffuso.
Si invitano i cittadini a segnalare eventuali animali selvatici in difficoltà e casi di caccia illegale al numero antibracconaggio 3287308288, o tramite la pagina Facebook www.facebook.com/guardiewwflombardia”

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