Allarme crimini contro natura
I crimini contro la fauna e la flora selvatiche sono fenomeni in continua crescita e ancora troppo sottovalutati. Mancano pene severe, manca una consapevolezza della gravità di fenomeni che in Italia stanno assumendo contorni allarmanti.
La quarta attività criminale più redditizia
I crimini contro la natura sono la quarta attività criminale più redditizia al mondo, preceduti solo dal traffico di droga, dalla contraffazione e dal contrabbando di armi, generano entrate per 280 miliardi di dollari l’anno e costituiscono un settore della criminalità in crescita (INTERPOL, 2014).
I traffici di flora e fauna in Italia
Il traffico internazionale di flora e fauna coinvolge anche l’Italia. Nei giorni scorsi cacciatori italiani, ma sarebbe bene chiamarli bracconieri, sono stati fermati in Norvegia con oltre 2.000 tordi congelati. Di recente i funzionari dell’Agenzia delle Dogane hanno scoperto e sequestrato, nel porto di Napoli, due zanne di elefante occultate in una spedizione diretta alle Filippine. A conferma del ruolo dell’Italia nel traffico illegale di natura. Secondo la CITES circa 20.000 elefanti vengono uccisi dai bracconieri ogni anno.
Il bracconaggio, la caccia di frodo, la pesca illegale in mare e nelle acque interne, il traffico di specie animali e vegetali rappresentano la seconda più grande minaccia diretta per la biodiversità, dopo la perdita di habitat.
Pene inadeguate
Ma il vero impatto e l’incidenza dei crimini connessi alla natura sono ampiamente sottostimati. Considerati troppo spesso reati minori, sono in realtà spesso connessi a fenomeni criminali più ampi e strutturati e a reati come l’organizzazione per delinquere, la ricettazione, il furto, la corruzione. Per fare un esempio sulla inadeguatezza delle pene, chi uccide un lupo (o più di uno!), specie particolarmente protetta, può evitare la sanzione pagando una oblazione di circa 1.000 euro. Questo consente di cancellare il reato come se non fosse mai stato commesso.
Il progetto Life SWiPE
Il progetto europeo Life SWiPE, di cui il WWF Italia è partner assieme ai WWF di altri 12 paesi europei e importanti partner istituzionali, punta proprio a rendere più efficaci le azioni di contrasto ai crimini contro la fauna selvatica, migliorando la consapevolezza e la capacità delle autorità pubbliche, anche attraverso il potenziamento dello scambio di conoscenze e l’aumento della cooperazione nazionale e transfrontaliera.
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Il progetto europeo SWiPE
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Si tratta di un obiettivo essenziale in quanto l’Italia continua a detenere un triste primato a livello europeo in questo settore. Si pensi, ad esempio ai milioni di uccelli che ogni anno sono vittime di traffici e uccisioni illegali nel nostro Paese, in particolare durante il periodo di apertura della stagione di caccia, quando è quasi impossibile da parte delle istituzioni realizzare un controllo capillare del territorio.