Un futuro per l’orso bruno marsicano
Nel World Wildlife Day raccontiamo una sottospecie di orso unica e a rischio, che non possiamo permetterci di perdere, e i progetti in campo per proteggerla.
L’orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus) rappresenta una sottospecie unica ed endemica del nostro Paese, presente nell’Appennino centrale con una popolazione relitta, che conta circa 50-55 individui. L’areale ridotto (stimato in circa 4.392 km2) e l’esiguo numero di individui rappresentano i primi elementi di preoccupazione per il futuro di questa popolazione.
Recenti studi ne hanno dimostrato l’unicità morfologica, genetica ed ecologica, tanto da considerarla un’Unità Evolutivamente Significativa (ESU). A questa situazione si aggiunge una serie di altri fattori che di fatto rendono incerto il futuro della popolazione. Infatti, nonostante la tutela normativa e la presenza del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, il cui territorio ospita la gran parte degli orsi marsicani, il tasso di mortalità antropogenica (tramite avvelenamento, arma da fuoco, investimenti stradali) è elevato e rischia di compromettere la sopravvivenza della popolazione sul medio-lungo termine.
BRACCONAGGIO E ALTRE MINACCE
Negli ultimi 25 anni, il 63% degli Orsi bruni marsicani rinvenuti è morto per cause legate all’uomo, e nel 40% dei casi, la morte è stata provocata da atti di bracconaggio diretto o indiretto: veleno, colpi di arma da fuoco, lacci metallici, fortunatamente in calo negli ultimi anni. Tuttavia, al bracconaggio si affiancano altre cause di morte legate all’uomo, quali incidenti stradali e altre cause di mortalità accidentale: è dunque importante lavorare non solo per ridurre questi episodi di bracconaggio, ma al contempo per aumentare sempre più la consapevolezza delle popolazioni locali, delle istituzioni e delle persone che visitano questi meravigliosi territori.
OBIETTIVO CONVIVENZA
La conservazione di questo grande carnivoro, da tempo particolarmente adattato alla convivenza con l’uomo, è oggi principalmente legata alla sua possibilità di espandersi in territori al di fuori dell’attuale core area, coincidente con il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e altre aree appenniniche limitrofe, consentendo un proporzionale incremento numerico della popolazione. Un nucleo di soli circa 50 individui, isolato in un determinato territorio di dimensioni ridotte, se non agiamo subito, è inequivocabilmente destinato ad un precoce declino, per ragioni demografiche, genetiche e casuali. In questo senso giocano un ruolo cruciale la rete delle aree protette regionali e nazionali (fra cui il Parco Nazionale della Maiella, il Parco Nazionale del Gran Sasso – Monti della Laga, il Parco regionale dei Simbruini, il Parco Regionale dei Lucretili, il Parco Regionale del Sirente-Velino, oltre a Riserve nazionali e regionali, tra cui l’Oasi WWF Gole del Sagittario) e i diversi corridoi ad alta vocazione faunistica attualmente non protetti (un esempio lampante sono i territori dei monti Ernici, non inseriti nel sistema delle aree protette nazionali o regionali).
È indispensabile che ciascun attore coinvolto a diverso titolo nella conservazione della specie (Comuni, aree protette, Regioni, Ministero, enti scientifici, associazioni) si assuma la propria parte di responsabilità mettendo in atto ogni azione concreta prevista dal PATOM (Piano d’Azione per la Tutela dell’Orso Marsicano), ma al contempo prevedendo obiettivi ambiziosi e quantificabili per rilanciare l’impegno comune per la conservazione di una specie iconica della biodiversità italiana.
IL PROGETTO – LA SFIDA 2X50
In questo contesto, per garantire un futuro all’orso bruno marsicano, il WWF ha lanciato a tutti gli attori presenti sul territorio (Comuni, Regioni, Aree Protette, Enti Scientifici e Associazioni) una ambiziosa sfida di conservazione con il progetto Orso 2×50, con l’obiettivo di raddoppiare il numero di individui presenti entro il 2050 ed il loro areale.
I grandi carnivori, come l’orso, necessitano di grandi spazi, di aree di alimentazione tranquille e diffuse sul territorio, di aree idonee per la riproduzione e lo svernamento. Solo un approccio complessivo può incrementare le probabilità di sopravvivenza del plantigrado. Per garantire la mobilità e la sopravvivenza della specie in un’area più vasta di quella occupata attualmente occorre concentrare gli sforzi per ridurre l’impatto delle minacce, sia nella rete di aree protette potenzialmente idonee alla presenza dell’orso, sia in quei territori con vocazione di corridoi ecologici che connettono le diverse aree protette.
In particolare, le attività previste dal progetto sono molteplici, e riguardano 5 ambiti di intervento:
1. Riduzione della mortalità provocato da attività umane e miglioramento della connettività ecologica, ripristinando e mettendo in sicurezza gli attraversamenti lungo i possibili corridoi di dispersione dell’orso.
2. Gestione e riduzione dei conflitti grazie all’adozione di strumenti di prevenzione, come recinti elettrificati per bestiame e apiari, ma anche raccogliendo la frutta caduta attorno ai Paesi per ridurre l’attrazione verso i centri abitati.
3. Collaborazione alle attività di ricerca e monitoraggio degli enti preposti alla conservazione e alla tutela di questa specie iconica.
4. Proposte di miglioramento della normativa vigente, con istituzione di nuove aree protette, migliore gestione sanitaria di cani e bestiame che possono trasmettere patologie all’orso.
5. Interventi di comunicazione e sensibilizzazione di popolazioni locali, turisti e amministratori, affinché venga riconosciuto l’immenso valore dell’orso marsicano e possano orientare le proprie scelte verso un sempre maggiore rispetto e tutela, raccontando le numerose storie di successo che non sono mancate in questi anni.
Il progetto Orso 2×50, inserito nell’ambiziosa campagna ReNature Italy, è il modo in cui intendiamo garantire un futuro vitale alla popolazione di orso più raro d’Europa.
IL PROGETTO EUROPEO
In questo contesto, un elemento di assoluto rilievo è rappresentato dal progetto europeo LIFE ARCPROM, che per l’Italia vede la partecipazione del Parco Nazionale della Maiella e di WWF Italia. Proprio il Parco della Majella rappresenta infatti la più importante area di espansione della specie, con diversi episodi di riproduzione avvenuti negli ultimi anni. Il progetto LIFE ARCPROM mira a migliorare la coesistenza tra uomo e orso, attraverso la gestione accorta di eventuali orsi abituati o confidenti nei pressi di aree abitate, la riduzione di pratiche illegali, legate in particolar modo al bracconaggio tramite l’utilizzo di esche avvelenate, e l’implementazione di misure efficaci per la prevenzione dei danni e del conflitto, come recinzioni elettrificate, cani da guardiania e contenitori per rifiuti a prova d’orso., ma anche valorizzando con un apposito marchio le realtà locali rispettose dell’orso.