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Educazione ambientale, torna sui banchi "Mi curo di te"

Il progetto si baserà quest'anno sulla biomimesi, la disciplina che studia come la natura possa essere utile per le attività umane

Imparare fin da piccoli a prendersi cura dell’ambiente, traendo gli insegnamenti che la natura ci offre. È con questo obiettivo che Mi Curo di Te, il programma gratuito di educazione ambientale e alla sostenibilità, promosso da WWF Italia e Regina (Gruppo Sofidel), torna nelle scuole primarie italiane. Il progetto è in linea on gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’Agenda ONU 2030.

Il video di presentazione di “Mi curo di te” 2023

A scuola dagli animali

Giunto alla sua 11ª edizione, Mi curo di te si baserà quest’anno sulla biomimesi, la disciplina che studia come il comportamento e le caratteristiche di piante, animali ed ecosistemi possono ispirare innovazioni e soluzioni per migliorare le attività e le tecnologie umane.
Ciascuno dei cinque moduli del percorso didattico, attraverso numerosi esempi di biomimesi vuole stimolare bambini e bambine a chiedersi “Cosa possiamo apprendere dalla natura?” anziché “Cosa possiamo prendere da essa?” nella vita di tutti i giorni.

Per esempio la pelle degli squali è ricoperta da piccole scaglie increspate, i denticoli, che migliorano lo scivolamento del loro corpo nell’acqua, permettendogli di nuotare più velocemente. Questa particolare caratteristica ha ispirato una speciale tecnologia che, applicata ai costumi da bagno, ha rivoluzionato il mondo del nuoto.

Anche i pipistrelli sono stati una fonte di ispirazione per l’uomo nell’invenzione del radar. Questi animali sanno “ecolocalizzare” oggetti e quindi prede. Il loro biosonar emette ultrasuoni (onde sonore non percepibili dall’orecchio umano) che, rimbalzando sui diversi oggetti o elementi naturali che incontrano, rimandano segnali che i pipistrelli percepiscono in maniera precisissima. Questa abilità è frutto del processo di evoluzione di questa specie. L’uomo lo ha scoperto e lo ha “imitato” da tempo. Recenti studi hanno infatti utilizzato le osservazioni sui pipistrelli per migliorare l’efficacia dei radar capaci di penetrare sotto la superficie dei corpi celesti del sistema solare e osservare così i dettagli di molti pianeti apparentemente impenetrabili.

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