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Il caso del lupo confidente in Val di Fassa

WWF punta il dito sulla mancanza di azioni e campagne di informazione per turisti e per chi vive nelle aree di presenza dei grandi carnivori

All’origine comportamenti errati da parte di noi umani


Il caso del lupo di Pozza di Fassa, in Trentino, ripreso nei giorni scorsi sulle piste da sci mentre si avvicinava ad alcune persone, ha riacceso allarmismi e polemiche. Questo episodio ci pone davanti ad un fenomeno purtroppo in espansione: l’insorgenza di comportamenti “abituati” e “confidenti” di alcuni lupi (ma il fenomeno riguarda anche altre specie selvatiche), causata nella maggioranza dei casi da errati comportamenti umani, come l’alimentazione volontaria e/o la cattiva gestione di scarti organici nei pressi di centri abitati. L’abituazione è la perdita della risposta a uno stimolo (in questo caso alla presenza umana) da parte di un animale, che comporta dunque la perdita della sua naturale diffidenza verso le persone.
Nelle scorse settimane sui social erano comparsi foto e video di persone che si avvicinavano (e probabilmente alimentavano) il lupo in Val di Fassa.

Il lupo può associare l’uomo alla presenza di cibo

Episodi che sono causa diretta dei comportamenti di oggi. “La presenza di un animale che perde il naturale timore verso l’uomo rappresenta un problema causato dal nostro comportamento-dichiara Marco Antonelli, esperto di conservazione della fauna selvatica del WWF Italia – e un lupo che associa la presenza di cibo di facile accesso all’uomo e ai centri abitati rappresenta un potenziale problema per la sicurezza pubblica e mette in potenziale pericolo sé stesso e persino la percezione sociale stessa della specie lupo da parte dell’opinione pubblica”.
La mancanza di azioni e campagne di informazione per turisti e per chi vive nelle aree in cui è segnalata la presenza di grandi carnivori sta determinando potenziali conflitti e situazioni di eventuale rischio. Il ruolo delle Istituzioni e degli organi di informazione dovrebbe essere quello di lavorare seriamente per diffondere corrette informazioni sul lupo e sui corretti comportamenti da adottare nelle aree di presenza di grandi carnivori. Prevenire questo fenomeno è semplice: eliminare le risorse alimentari di facile accesso dai centri abitati e imparare a rispettare gli animali selvatici in quanto tali, evitando di alimentarli, anche se apparentemente in difficoltà. Troppo spesso assistiamo invece a comportamenti sbagliati e a modalità di gestione estemporanee e dettate più dall’emotività che da un approccio scientifico. Prevenire tale fenomeno dovrebbe essere la prima buona pratica da mettere in campo per cittadini e enti competenti.

Foto G. Mancori

Nel caso del lupo di Pozza di Fassa purtroppo siamo in presenza di un comportamento che mostra ormai evidenti segni di abituazione e confidenza verso l’uomo. Per questo il WWF Italia auspica un intervento rapido, che rispetti le linee guida prodotte dal Large Carnivore Initiative for Europe (LCIE) per la gestione di casi simili. “Un monitoraggio intensivo è uno step fondamentale per valutare il contesto in cui il lupo si è avvicinato alle persone, valutarne la ripetitività e individuare l’eventuale presenza di attrattivi o di comportamenti errati umani alla base dell’insorgenza del fenomeno”, ribadisce Antonelli.

Serve un Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia

Il protocollo sulla gestione dei lupi confidenti del LCIE prevede diverse opzioni gestionali, che variano a seconda della gravità della situazione. È necessario che ISPRA e Ministero dell’Ambiente forniscano le indicazioni su come procedere sul caso documentato. È triste che a causa di comportamenti umani errati a rimetterci sia un animale selvatico, e questo deve far riflettere su quanto sia centrale oggi lavorare in primis su una corretta informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica su questi temi. È importante sottolineare come per la prevenzione e la gestione di questi casi e per evitare strumentalizzazione di questo fenomeno che possano portare a proposte gestionali inefficaci e populiste da parte di Enti pubblici e associazioni di categoria, occorra anche accelerare l’approvazione del Piano di Conservazione e Gestione del Lupo, fermo da anni e attualmente bloccato alla Conferenza Stato-Regioni. Per garantire la piena tutela del lupo e per una gestione integrata e efficace dei potenziali conflitti e del fenomeno dei lupi confidenti occorre ci siano linee guida nazionali aggiornate e condivise. In un periodo storico che vede una rapida espansione del lupo in numerosi contesti e pressioni politiche nazionali ed europee sempre più forti per aprire agli abbattimenti, è questa per il WWF Italia l’unica direzione da seguire per permettere da un lato la conservazione della specie e dall’altro la pacifica coesistenza uomo-lupo.

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