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Lupi, i probabili avvelenamenti in Valsugana sono figli di un clima d'odio

Nessun atto di bracconaggio risolverà mai il conflitto tra lupo e allevatori. E anche il declassamento dello stato di protezione del lupo proposto a livello di UE rappresenta uno specchietto per le allodole

Un terribile atto di bracconaggio si cela dietro il rinvenimento di quattro lupi morti presso il centro abitato di Barco di Levico, in Valsugana. In attesa delle analisi necroscopiche l’ipotesi più accreditata resta quella dell’avvelenamento.  

Un atto contro il patrimonio naturale

Il WWF Italia esprime la sua profonda indignazione per questo terribile episodio che colpisce il lupo, specie ad oggi ancora rigorosamente protetta ma al centro dell’attenzione mediatica soprattutto a causa del probabile declassamento del suo stato di protezione che avverrà nei prossimi mesi a livello europeo.  

Un altro atto di estrema gravità che deve seriamente allarmare tutti quanti sono chiamati a gestire e a tutelare il patrimonio naturale del nostro Paese. L’avvelenamento è uno delle metodologie più subdole e pericolose per colpire il lupo e altre specie protette e non, in quanto in grado di uccidere non solo la fauna selvatica, ma persino animali domestici e persone. Questo crimine deve far riflettere e non deve rimanere impunito. 

Un clima d’odio

Il WWF sottolinea da un lato la necessità di avviare subito indagini approfondite per risalire ai colpevoli e dall’altro di iniziare una seria riflessione. Oggi più che mai è necessario un impegno concreto da parte delle autorità competenti e dei cittadini per cambiare rotta. L’attuale amministrazione provinciale di Trento negli ultimi anni ha fatto delle campagne contro i grandi carnivori una bandiera elettorale. Simili atti sono la diretta conseguenza del clima d’odio diffuso da questo approccio di politica e media locali e nazionali. 

Il bracconaggio non risolve nulla

Nessun atto di bracconaggio risolverà mai il conflitto tra lupo e allevatori. E anche il declassamento dello stato di protezione del lupo proposto a livello di UE, che di fatto aprirà alla gestione della specie tramite abbattimenti, rappresenta uno specchietto per le allodole e una falsa soluzione, che non mitigherà il conflitto e non diminuirà il bracconaggio. L’uccisione dei lupi in Valsugana non è un episodio isolato, ma si inserisce in un contesto di crescente conflitto tra attività umane e fauna selvatica. Ogni anno in Italia centinaia di lupi vengono uccisi illegalmente, ed episodi di questo tipo quasi sempre restano impuniti. Tutto questo non è più accettabile.  

Ora serve un impegno concreto

In questo momento, la priorità è risalire ai responsabili di questo crimine e dare un segnale forte contro ogni forma di illegalità nei confronti della fauna. Ma da questi episodi deve partire un’azione nuova e convinta. Abbiamo bisogno di un impegno concreto da parte delle istituzioni, che devono investire in azioni mirate a diffondere conoscenza e consapevolezza. Solo questo potrà davvero aprire la strada ad una coesistenza duratura tra uomo e grandi carnivori, con l’adozione di soluzioni che permettano di tutelare sia le persone che gli animali, proteggendo al contempo la biodiversità. 

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