Nell’area faunistica
Gli operatori dell’Oasi molisana e Riserva Regionale di Guardiaregia-Campochiaro si erano accorti che la femmina di cervo ospite dell’Area faunistica era in dolce attesa. Il maschio, proveniente come lei dal Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, era arrivato ai primi di ottobre del 2023, quindi al limite della stagione degli amori. Nonostante ciò, in primavera i segnali provenienti dalla femmina non lasciavano dubbi sulla gravidanza in atto e nei giorni scorsi gli operatori dell’Oasi molisana hanno scorto per la prima volta il piccolo cerbiatto appena nato. Cosa non facile perché nei primi giorni la mamma non lo lascia mai solo. Nelle prime settimane non è possibile identificare il sesso del cerbiatto, che è opportuno lasciare sempre a debita distanza dagli umani. Probabilmente bisognerà aspettare la fine dell’estate.
Inaugurata nel 2014, l’area faunistica del cervo è localizzata a Campochiaro in località Fonte Litania. All’interno dei 9 ettari della struttura, i cervi hanno a disposizione mangiatoie, abbeveratoi e fonti costantemente rifornite di acqua. L’osservazione degli animali è possibile attraverso due grandi osservatori esterni mimetizzati e l’intera area è circondata da un lungo percorso natura con numerosi pannelli dedicati alla biologia del cervo. L’area faunistica, dal duplice scopo didattico e di conservazione, è dotata anche di una zona picnic ed è completata dal “Centro visita del cervo”.
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Campagna Our Nature
La campagna Our Nature punta alla protezione e al ripristino del patrimonio naturale grazie al supporto e il coinvolgimento delle comunità e dei cittadini
La Riserva Naturale Regionale di Guardiaregia-Campochiaro, che con i suoi oltre 3.000 ettari di foreste e cascate è una delle più grandi e selvagge Oasi gestite dall’Associazione, è una delle aree chiave del futuro Parco Nazionale del Matese, per il quale il WWF lavora da tempo, facilitando gli accordi tra i diversi attori necessari, dal Ministero dell’Ambiente alle due Regioni (Molise e Campania) e a tutti i Comuni coinvolti, al fine di tutelare un’area ancora più ampia cruciale per la biodiversità appenninica.