Ben 4.261 gli uccelli contati dagli operatori presenti in quattro postazioni
Sabato 23 novembre si è svolto il consueto censimento mensile dell’avifauna acquatica nell’Oasi WWF Lago di Burano. Sono stati contati un totale di 4.261 uccelli. Di questi 1.395 (32,74%) erano folaghe e ben 2.654 (62,28%) anatre e oche – queste ultime, davvero sporadiche. Altre specie, infine, presenti con 1.867 (43,82%) animali, soprattutto ardeidi. Notevole, come atteso, l’ incremento numerico rispetto ad ottobre con oltre il 67% di uccelli in più. La vera sorpresa di questo mese è rappresentata dalle anatre, con numeri veramente importanti di alzavole e moriglioni con oltre 1.000 individui per ciascuna delle due specie. Altro elemento di rilievo da segnalare è stato il passaggio di una formazione di 171 ibis sacri in volo verso il Chiarone probabilmente diretti a foraggiare nei prati attorno a Tarquinia. Questa è la prima volta che viene rilevato in zona un contingente così consistente di questa specie esotica invasiva, oramai dilagante su tutto il territorio nazionale.
Osservato anche un lupo
Durante il censimento non è mancata l’osservazione di uno dei lupi che vivono ormai stabilmente nell’Oasi. Ringraziamo i 13 rilevatori, tra operatori e guide delle Oasi WWF Laguna di Orbetello e Lago di Burano, i volontari dell’Associazione WWF Provincia di Grosseto che hanno preso parte al censimento, il prof. Alessandro Canci che ha coordinato il censimento, Stefano Laurenti e Luca Passalacqua per le foto, e TERRE DI SACRA, per aver concesso l’uso della Torre di Buranaccio.
Il lungo viaggio del falco pescatore
Nei giorni successivi al censimento l’operatore dell’Oasi Cosimo Andreuccetti segnalava l’osservazione nella Riserva di un falco pescatore, rapace tornato grazie ad un importante progetto di reintroduzione. “I responsabili del Progetto Falco pescatore – ci dice il direttore dell’Oasi, Adriano Argenio – ci hanno comunicato che il falco era stato inanellato il 3 luglio 2024 a Lemi, nel Sud Est della Finlandia, una cittadina che dista circa 2.500 km da Capalbio. Si rimane sempre senza parole di fronte alle distanze percorse dagli animali in migrazione” .