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Orsi in Trentino, l'abbattimento di M91 è inaccettabile

L’orso si era avvicinato all’uomo, ma non aveva mostrato alcun comportamento aggressivo

Provincia di Trento: nessuna trasparenza

M91, il giovane orso maschio catturato e dotato di radiocollare lo scorso ottobre dal corpo forestale trentino, è stato abbattuto la scorsa notte. L’ordinanza del Presidente della Provincia Autonoma di Trento (PAT) Maurizio Fugatti era arrivata solo poche ore prima.
M91 è l’individuo che il 27 aprile scorso aveva seguito un escursionista per alcuni minuti nei pressi di Molveno (TN). In quell’occasione l’orso si era avvicinato all’uomo, ma non aveva mostrato alcun comportamento aggressivo, nonostante una reazione del turista non esattamente coincidente con le indicazioni fornite dagli esperti nel caso di incontri con i plantigradi (l’uomo aveva corso verso valle e aveva reagito tirando alcuni sassi verso l’orso).
Nei mesi successivi l’orso si era avvicinato ad alcuni centri abitati alla ricerca di cibo di facile accesso tra i rifiuti non messi in sicurezza nei cassonetti anti-orso, evidentemente ancora troppo poco diffusi sul territorio nonostante i numerosi appelli del WWF e di altre associazioni. Questo aspetto risulta di particolare gravità considerato che la presenza di risorse organiche non smaltite rappresenta una delle principali cause dell’avvicinamento degli orsi ai paesi e dell’insorgenza di comportamenti confidenti nei plantigradi e in altre specie selvatiche.

Non c’erano stati eventi problematici

Nel caso di M91 è stata la stessa PAT a sottolineare nei mesi scorsi che “non risulta alcuna storia pregressa di problematicità né di questo esemplare, né da parte dei genitori”. Prevedere l’abbattimento di un orso esclusivamente perché si avvicina in un solo caso ad una persona, senza mostrare aggressività, e perché frequenta in alcune occasioni centri abitati in cui i rifiuti non sono messi in sicurezza, significa continuare con una gestione degli orsi lontana dalle linee guida scientifiche. Se si intende lavorare davvero per la conservazione di una popolazione alpina di orso e per la costruzione di una coesistenza reale tra il plantigrado e le comunità locali è inaccettabile una gestione politica di questo tipo. M91 non era dunque un orso pericoloso, ma solamente un individuo da monitorare per evitare l’insorgenza di comportamenti confidenti o problematici. Lo stesso PACOBACE afferma che “per definire un orso problematico è importante conoscere la storia del soggetto e tener conto dei suoi eventuali precedenti comportamenti anomali”.
L’abbattimento di M91 avviene anche a ridosso del periodo di ibernazione (alcuni orsi sono già in tana e non sono più attivi). Anche la tempistica appare fuori luogo, ancor più tenuto conto del fatto che questo giovane orso non aveva mostrato alcun comportamento pericoloso che necessitasse di interventi così drastici e urgenti. La PAT è evidentemente consapevole che gli atti che adotta sono palesemente illegittimi e li adotta di notte e li fa attuare nel giro di poche ore proprio per impedire alle associazioni di ricorrere alla giustizia amministrativa che finora ha sempre censurato tali scelte.

Non coinvolti gli altri interlocutori del Tavolo grandi carnivori

Ad aggravare la posizione della Provincia anche l’evidenza che la volontà dell’abbattimento vi era da tempo, eppure si è scelto deliberatamente di non condividere alcuna informazione con il Tavolo Grandi Carnivori (riunito solo pochi giorni fa), che vede presenti la Provincia, le associazioni e altri portatori d’interesse. Un’azione di questo tipo priva tale organo della sua funzione primaria: costituire uno spazio utile e partecipato per la condivisione e l’informazione. Questa è stata un’occasione mancata per dimostrare l’efficacia e l’importanza del Tavolo stesso, e conferma la poca trasparenza da parte della politica provinciale su questo tema.
Gli abbattimenti non risolveranno il problema, né dei danni né della presenza di orsi nei centri abitati, e non aumenteranno il senso di sicurezza delle comunità che vivono le montagne trentine.
Come WWF riteniamo importante ribadire la necessità da un lato di diffondere tra comunità locali e turisti le buone pratiche di comportamento da adottare nelle aree frequentate dai grandi carnivori, e dall’altro di intraprendere una gestione della popolazione di orso che rimetta al centro la scienza e la trasparenza delle decisioni.

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