Va approfondita nel dettaglio la dinamica dell’incidente
Dopo l’identificazione genetica dell’orso responsabile del ferimento di Alessandro Cicolini (cui vanno i migliori auguri di pronta guarigione) lo scorso 5 Marzo in Val di Rabbi, la Provincia Autonoma di Trento (PAT) ha ordinato la cattura e l’abbattimento DI MJ5, un maschio di 18 anni.
Il WWF sottolinea come questo esemplare non si fosse mai reso protagonista prima di episodi di interazione con persone, e dunque sia necessaria massima attenzione nella gestione di questo caso del quale ancora non si conoscono molti dettagli, come ad esempio il ruolo del cane (slegato o al guinzaglio?) nella dinamica dell’aggressione.
Come ribadito nel documento MUSE-ISPRA del 2021 sulla gestione degli orsi problematici, i casi i di orsi che causano ferimento di persone per la prima volta, senza aver manifestato comportamenti simili in precedenza, vanno valutati attentamente caso per caso. Prima di considerare l’ipotesi di abbattimento o rimozione vanno analizzate con cautela le dinamiche che hanno portato all’attacco, compreso il comportamento della persona coinvolta.
Rispettare le indicazioni dell’Ispra
La PAT continua invece a considerare l’orso come una specie “naturalmente pericolosa”, pretendendo una gestione completamente autonoma e non ritenendo il parere di Ispra vincolante in alcun modo. Questo approccio non è sostenibile né scientificamente condivisibile, ribadisce il WWF. Il ricorso agli abbattimenti dovrebbe essere sempre l’ultima soluzione, quando la pericolosità dell’animale è conclamata e non esistono altre soluzioni valide.
A sostegno di questo, nel 2022 anche il Consiglio di Stato ha bocciato le linee guida provinciali che prevedevano una gestione territoriale di orsi e lupi e l’automatismo tra i danni causati o l’aggressione compiuta da un orso e l’abbattimento dell’animale, in palese contrasto con i principi di proporzionalità e di precauzione.
Promuovere la convivenza è possibile
Il WWF auspica che la Provincia Autonoma di Trento riprenda un percorso fondato sulla promozione della convivenza, partendo dalla conoscenza e non dai pregiudizi. L’espansione della popolazione di orso in Trentino e sull’arco alpino necessita di essere ulteriormente consolidata, ma questo processo è possibile solo lavorando nella direzione di una gestione equilibrata, senza il ricorso ad abbattimenti “facili”. Comunicazione e sensibilizzazione sui corretti comportamenti da adottare in montagna e la liberalizzazione dello spray al peperoncino anti-orso, considerato ancora illegale in Italia, e che invece ha dimostrato la sua efficacia in Nord America, sono tutte opzioni incruente e auspicabili, che possono aiutare a costruire una coesistenza reale e ad evitare episodi simili in prospettiva futura.