Ma ancora poco ambiziosi gli obiettivi per gli investimenti in natura e clima
A Torino i Ministri G7 raggiungono un accordo sul phase-out dal carbone, ma mancano piano e tappe su eliminazione petrolio e gas. Poco ambiziosa la posizione della Presidenza italiana sulla necessità di maggiori investimenti in natura. Adesso toccherà ai leader che si riuniranno a giugno in Puglia.
Il WWF accoglie con favore l’impegno dei Ministri G7 per abbandonare definitivamente il carbone a inizio anni 2030. Ciò dimostra come i Paesi con maggiori emissioni siano impegnati nell’attuazione dell’impegno di “transition away from fossil fuels” della COP 28 di Dubai. Tuttavia, restano lacune evidenti per un abbandono definitivo di tutti i combustibili fossili, a partire dal gas. Su biodiversità e natura, positivo l’impegno per un’implementazione rapida ed effettiva del Quadro Globale per la Biodiversità (GBF) prima della COP 16 e il richiamo agli obiettivi finanziari del GBF, ma per questi ultima manca ancora un impegno chiaro e quantificato dei Paesi G7.
Mariagrazia Midulla, Responsabile Clima ed Energia del WWF Italia dichiara: “Le conclusioni del G7 Clima, Energia e Ambiente possono aiutare il processo multilaterale sul clima a imboccare con decisione la strada del phase-out dei combustibili fossili. È importante che si sia dedicata attenzione all’attuazione delle decisioni della COP28 di Dubai, in particolare triplicare le fonti rinnovabili e raddoppiare l’efficienza energetica entro il 2030. I molti e giusti richiami a contenere il riscaldamento globale entro 1,5°C vanno resi impegni concreti e fattivi, soprattutto servono tappe e scadenze precise. Qualche segnale rilevante, per esempio sull’uscita dal carbone intorno al 2035. Però, c’è ancora troppo gas nel G7, occorre lavorare per uscire davvero e al più presto da una dipendenza intollerabile, che contribuisce pesantemente alla crisi climatica”.
Ancora poco ambizioso l’impegno del G7, ed in particolare della Presidenza italiana, sui target finanziari per il clima e del Quadro Globale per la Biodiversità. Se si vuole costruire effettivamente una partnership paritaria con il Continente Africano e il Sud Globale servono maggiori finanziamenti da indirizzare a queste macro-regioni economiche e avere come orizzonte, non troppo lontano, l’abbandono dei combustibili fossili, azioni incisive per l’adattamento e sostegno finanziario per l’attuazione degli impegni globali in materia di biodiversità.
“Per farlo c’è bisogno di leadership”, continua Midulla. “Ci auguriamo che a giugno i leader sappiano fare ulteriori e sostanziosi passi in avanti, mentre la crisi climatica e di perdita di biodiversità galoppa, a partire dagli impegni finanziari in scadenza nel 2025 e post 2025. Per quel che riguarda il dibattito pubblico italiano, ci auguriamo si cessi di dar retta a chi invoca tecnologie di là da venire o inattuabili e costose: le fonti rinnovabili, con i sistemi di accumulo e di gestione della domanda, sono la risposta meno impattante per il clima e la biodiversità, e anche economicamente più conveniente”. E sempre in tema di tutela della biodiversità, ci si aspetta che l’impegno a dare attuazione al Quadro Globale per la Biodiversità sia reso concreto con un Piano di Azione e adeguate risorse ad oggi insufficienti.