Comunicato stampa congiunto
Il tempo per cambiare e migliorare l’aggiornamento del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) è sempre più breve e il Piano, che deve essere completato nei prossimi quattro mesi, a oggi presenta ancora profonde criticità nella definizione dei suoi obiettivi strategici, nell’individuazione delle giuste politiche per il raggiungimento degli stessi e in un anacronistico ancoraggio al mondo delle energie fossili. Ad avere una posizione critica sul PNIEC non sono solamente le associazioni ambientaliste, ma anche la Commissione Europea, che attraverso le sue raccomandazioni ha richiesto una significativa revisione del Piano, che doveva passare anche attraverso un procedimento partecipativo effettivo.
Invece, incurante delle critiche già ricevute, il MASE ha deciso di procedere alla consultazione della società civile nuovamente e solamente con un altro questionario: ventuno domande aperte (ma per lo più circostanziate e indirizzate, non sempre in maniera neutra) in relazione a diversi ambiti del PNIEC, dove si chiede a istituzioni, privati, associazioni e stakeholder di indicare cosa si ritiene prioritario inserire nel Piano. Il questionario non offre reale opportunità per assegnare un peso e un indirizzo a ciascuna delle tecnologie che possono concorrere alla decarbonizzazione e alla transizione energetica. Ma senza un concorso bilanciato di più misure, opportunamente integrate, sarà impossibile conseguire obiettivi di decarbonizzazione almeno coerenti con i target europei e quindi con l’accordo di Parigi.
Una consultazione carente
La consultazione predisposta dal MASE vorrebbe apparire neutra, ma omette di indicare che molte scelte già sono state fatte nella bozza di aggiornamento presentata alla Commissione; e rispetto a quella bozza si manca, qui, di richiedere un sostanziale contributo di visione sui punti chiave per la transizione energetica, come la roadmap per l’effettivo phase out da tutte le fonti fossili (compreso il gas naturale) assolutamente assente nel presente Piano.
Questa seconda consultazione, inoltre, dovrebbe avere come riferimento anche le numerose raccomandazioni formalmente pervenute dalla Commissione europea, che, ben lontane dal rappresentare una luce verde sul PNIEC italiano, ne hanno piuttosto evidenziato i numerosi profili di carenza, non ultimo proprio quello che riguarda il processo di partecipazione, ma anche la non adeguata chiarezza su obiettivi e misure e sugli strumenti posti in essere per conseguirli, e ancora su target di riduzione delle emissioni non coerenti con quelli comunitari, ecc.
Osservano WWF Italia, Greenpeace Italia, Legambiente, Kyoto Club e Transport&Environment che il Regolamento sulla Governance dell’Unione dell’energia e dell’azione per il clima richiede a ciascuno Stato membro di offrire al pubblico tempestive ed effettive opportunità di partecipare all’elaborazione del piano. Nonostante le numerose richieste di interlocuzione e di partecipazione ai tavoli tecnici, dove effettivamente si sta scrivendo il PNIEC e si stanno definendo scelte che influenzeranno la politica energetica e climatica almeno fino al 2030, le richieste delle associazioni ambientaliste – supportate da position papers con dati scientifici e argomentativi – sono rimaste del tutto inascoltate.
Il 30 giugno 2024, data entro la quale è previsto l’invio della versione definitiva dell’aggiornamento del PNIEC alla Commissione, è sempre più vicino e WWF Italia, Greenpeace Italia, Legambiente, Kyoto Club e Transport&Environment chiedono nuovamente di poter interloquire in maniera diretta e approfonditamente con il MASE e con gli altri stakeholder; e di poter effettivamente contribuire all’elaborazione del PNIEC, partendo dal confronto sulle numerose criticità presenti nel Piano. La partecipazione va presa seriamente e implica l’effettivo confronto su scelte che già sono state, almeno in buona parte, prese e sulle quali non si vedono ad oggi significativi miglioramenti.