2021: Allarme Clima
La crisi climatica riguarda tutte le regioni del mondo e ognuno di noi: gli eventi estremi vissuti in questo 2021 ci hanno mostrato ancora di più il volto di questa emergenza, che ormai è cronaca. Ripercorriamo oggi, nella Giornata internazionale per la riduzione dei disastri naturali, i terribili impatti del cambiamento climatico vissuti quest’anno.
Ondate di calore devastanti e fiamme sono arrivate fino in Siberia e in Canada, alluvioni distruttive hanno colpito Europa, Cina e molti altri Paesi, mentre le fiamme il bacino del Mediterraneo e non solo.
Grecia, Turchia, Spagna e Italia hanno vissuto mesi estivi fuoco, con incendi gravissimi che hanno spezzato centinaia di vite e portato via ettari di biodiversità. Al sud Italia ondate di calore hanno fatto registrare i 48,8°C nella città di Siracusa, ma la crisi climatica non ha risparmiato nemmeno il nord, dove il lago di Como è stato messo in ginocchio da nubifragi, esondazioni, allagamenti e frane.
Impatti diretti
Gli impatti diretti del cambiamento climatico si presentano con l’innalzamento delle temperature massime e minime e del livello del mare. Si registrano poi aumenti di temperature anche in mari e oceani, precipitazioni più intense, riduzione dei ghiacciai, e scioglimento del permafrost.
Conseguenze indirette
Il cambiamento climatico ha effetti gravissimi anche sulle nostre risorse essenziali, prima tra tutti l’acqua. La siccità, anche estrema (chiamata megadrought), è un fenomeno sempre più esteso e intenso a livello mondiale, provocando effetti immediati e sul lungo periodo dirompenti, dai conflitti alle migrazioni.
Le conseguenze indirette del cambiamento climatico su tutte le specie viventi, noi compresi, includono molti altri fenomeni. Aumento della fame e delle crisi idriche, specialmente nei paesi in via di sviluppo, rischi per la salute a causa dell’aumento della temperatura dell’aria e delle ondate di calore, perdita di biodiversità a causa della limitata adattabilità e velocità di adattamento di flora e fauna.
A questi si aggiungono l’acidificazione degli oceani dovuta all’aumento delle concentrazioni di bicarbonato nell’acqua, come conseguenza dell’aumento delle concentrazioni di CO₂. Non mancano poi le gravi implicazioni economiche nell’affrontare i danni secondari legati al cambiamento climatico, l’aumento della diffusione di parassiti e agenti patogeni, necessità di misure di adattamento in tutti i settori (per esempio agricoltura, silvicoltura, energia, infrastrutture, turismo).
Come ci conferma il rapporto IPCC, siamo all’ultima chiamata per cercare di limitare l’incremento della temperatura globale a 1,5°C. Imperativo: ridurre fortissimamente, ed entro breve tempo azzerare, le emissioni di gas climalteranti, a cominciare dalla CO2 e dal metano
Mariagrazia Midulla, Responsabile Clima ed Energia WWF Italia
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Climate Crisis Fund del WWF
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Cosa rischia l’Italia
Gli ultimi anni in Italia, sono stati caratterizzati da incrementi di temperatura sempre più elevati e si stima un possibile aumento della temperatura fino a 2°C nel periodo 2021-2050 (rispetto a 1981-2010), con una diminuzione delle precipitazioni nel periodo estivo (più lieve in primavera) per il Sud e per il Centro Italia e un aumento nel periodo invernale nel Nord Italia.
Il territorio italiano, a causa della mala gestione, è particolarmente esposto al rischio idrogeologico, soprattutto nei centri urbani, dove le superfici impermeabili sono ricoperte da cemento e asfalto. Con l’aumento delle temperature, nonché la maggiore frequenza e durata delle ondate di calore o di eventi di precipitazione intensa, a subire maggiori conseguenze potrebbero essere bambini, anziani, persone fragili.
Anche i sistemi agricoli possono andare incontro ad una aumentata variabilità delle produzioni con una tendenza alla riduzione delle rese per molte specie coltivate, accompagnata da una probabile diminuzione della qualità dei prodotti. Impatti negativi sono attesi anche per allevamento, con ripercussioni sulla qualità e la quantità delle produzioni.