Crisi climatica: siccità in Corno d’Africa è fenomeno senza precedenti
Una siccità senza precedenti, che va ben oltre sei mesi di assenza di pioggia e che certo non verrà sanata da una singola precipitazione: questa la situazione che il Presidente Mattarella ha trovato in Kenya, dramma comune anche a Somalia ed Etiopia, Paesi del cosiddetto Corno d’Africa. Il WWF esprime caloroso apprezzamento per il rilievo che, nel suo viaggio, il Presidente della Repubblica ha dato alla crisi climatica e a quella della natura e ambientale in generale.
Purtroppo la siccità che sta flagellando molte regioni del Pianeta, dall’Europa (Italia inclusa) all’America Latina, all’Asia, ha morso con particolare violenza il continente più vulnerabile, l’Africa, in particolare il Corno d’Africa, dove il fenomeno dura da anni. Il WWF Kenya ha in corso una campagna per “salvare una generazione”, riferendosi sia a milioni di persone che soffrono della carenza idrica, sia alle loro fonti di sussistenza (agricoltura in primis), sia alla fauna selvatica decimata. “È una crisi per tutte le vite: le persone, il loro bestiame e la fauna selvatica unica. Dobbiamo aiutare le comunità intorno alle aree chiave di conservazione a garantire i mezzi di sussistenza per la loro generazione e per il futuro dei loro figli. Dobbiamo evitare di perdere un’intera generazione di elefanti: giovani e madri in lattazione muoiono a causa della mancanza di acqua e di pascoli. Questa crisi riguarda tutti noi e richiede un’azione immediata e collettiva, poiché siamo l’ultima generazione che può fare una differenza significativa” dice il WWF Kenya.
Africa, una drammatica crisi alimentare
Ma tutta l’Africa sta affrontando la peggiore crisi alimentare degli ultimi 40 anni. Quasi 114 milioni di persone nell’Africa subsahariana – equivalente alla metà dell’intera popolazione degli Stati Uniti – si trovano ad affrontare una grave insicurezza alimentare. Nell’Africa orientale, 50 milioni di persone sono a rischio. Nel Sahel, il numero di persone che necessitano di assistenza alimentare d’emergenza è quadruplicato, raggiungendo i 30 milioni negli ultimi sette anni. Tutto il continente è stato colpito da siccità prolungata, inondazioni e sciami di locuste del deserto – rischi naturali, esacerbati dal cambiamento climatico causato dall’uomo e dal degrado della natura. Le crisi ambientali gemelle del clima e della perdita di natura, che si sommano alle crisi causate da fattori quali la povertà e i conflitti, hanno molte cause di fondo. L’aumento dei livelli di gas a effetto serra nell’atmosfera – principalmente da parte dei Paesi ricchi e a medio reddito del Nord del mondo – sta determinando un aumento della temperatura che sconvolge i modelli meteorologici e climatici e degrada gli ecosistemi naturali.
Il cambiamento climatico sta peggiorando gli eventi meteorologici estremi, rendendoli più frequenti e transfrontalieri. Sta cambiando i modelli di precipitazione, minando la sicurezza idrica e alimentare. Sta avendo un impatto sulla salute umana, oltre a mettere sotto ulteriore stress la natura e la biodiversità, amplificando le pressioni dovute al cambiamento di destinazione d’uso dei terreni, all’eccessivo sfruttamento, all’inquinamento e alle specie invasive.
Le importanti parole di Mattarella
Ma nessuno, tantomeno noi italiani, possiamo sentirci al sicuro. Come ha detto oggi il Presidente Mattarella, il Mediterraneo è uno dei luoghi maggiormente in pericolo “e quella della siccità è soltanto una fra le crisi climatiche”.
Il primo passo è “saper considerare come unitari i destini delle popolazioni del pianeta”, ha detto il Presidente. Il cambiamento climatico è provocato dalle emissioni di anidride carbonica e altri gas serra da parte dei Paesi di più antica industrializzazione e, molto più recentemente, anche delle economie in rapido sviluppo. Quindi la principale azione di solidarietà, che porta vantaggi a tutti, è quella di assumere come priorità quella di limitare il riscaldamento globale, abbattendo rapidamente le emissioni di gas climalteranti. Inoltre, il contrasto al cambiamento climatico è davvero “obiettivo unificante che richiama al dialogo multilaterale, al rispetto degli impegni liberamente assunti in sede internazionale” come sottolineato dal Presidente Mattarella.
L’atteggiamento di chi si sente in salvo e osserva le sofferenze degli altri non è solo egoistico, rischia di far perdere una partita che riguarda tutta l’umanità insieme. Per questo, bisogna riscoprire la solidarietà e la capacità di agire insieme e in modo incisivo.